sabato, dicembre 02, 2006

MENO DI ZERO

Così, il Renato "nazionale" si è tirato addosso gli strali di praticamente tutta la comunità gay italiana. L' uscita fatta alla scorsa "Domenica In" non è piaciuta. Davanti a Pippo Baudo, commentando un vecchio video di una sua canzone, dove si vede lui stesso alla visita di leva, avrebbe detto più o meno che ostentare la sua omosessualità gli è giusto tornato utile per evitare il servizio militare. Si tratterebbe di un annedoto reale della sua vita. Aggiungendo, dulcis in fundo, che in realtà è "fatto di ben altra pasta", anche alludendo ai suoi attributi maschili intimi (di cui dubitarono all' ufficio della visita militare in questione)... Resta in dubbio l' ambiguità dell' affermazione: "l' altra pasta", intesa come una sua eterosessualità (che sarebbe pura fantascienza)?... O forse alludeva, Zero, a una sua virilità sessuale a prescindere dall' orientamento?... Fatto stà che si tratta di parole che hanno infastidito e suscitato reazioni, che arrivano al boicottaggio dei suoi pezzi in tutti i circuiti e locali gay. E lui in seguito avrebbe fatto una specie di rettifica/rivendicazione. Che più o meno sarebbe: "se oggi in Italia i gay si muovono, hanno visibilità e una certa identità, è grazie alla strada da lui spianata molti anni fà" e anche che "le cose dette a Domenica In erano condizionate dal momento di fascia protetta"... Che in altre parole vorrebbe dire che in Italia, nel 2006, anche un artista come lui, in un momento pubblico di televisione è meglio che non dichiari la sua omosessualità (pur se è nota perfino ai sassi). Trovo molto più sconcertante quest' ultimo ragionamento, indicativo di cosa significa vivere in Italia e in particolar modo se si è artisti... La paura di perdere una fetta di mercato e vendere un certo numero di cd in meno, deve essere davvero consistente. Gli spunti di riflessione e il contraddittorio non mancano. Nella terra dello Stivale - che nel suo bel mezzo o, meglio ancora, sullo stomaco - ha uno "stato", lo stato di un certo signore che molti ritengono il successore di Cristo in terra (mentre Cristo possedeva a malapena i sandali e la tunica che portava) il gay "della porta accanto", che magari lavora in un ufficio, o in un supermercato, ha ancora problemi di visibilità, tolleranza, accettazione, rispetto diritti elementari, soprattutto se ha la fortuna di dividere vita e beni materiali con un partner. Il gay artista che ha iniziato molti anni fà e tra talento, fortuna, determinazione, è "arrivato", può muoversi in modo privilegiato. Gli è "concesso" di essere diverso perchè in fondo è un "artista", purchè non ne parli troppo e non ne faccia una bandiera. Denaro e fama, conoscenze, favoritismi e prestigio aprono di sicuro porte per vivere e sublimare la propia omosessualità che probabilmente il gay "della porta accanto" spesso non ha. E così abbiamo i Zero, i Zeffirelli, i Pasolini, i Versace, gli Armani, e in una certa misura ci metto dentro anche i Busi e i Cecchi Paone. Certo, non tutti sono rappresentativi della cosa allo stesso modo, ma hanno senza dubbio dei "minimi comun denominatori" tutti italiani, penso. Forse fà una brillante eccezione un Busi incazzato, che in dirette televisive sproloquia sulla sua vita sessuale e giustamente spara a zero sulla Chiesa Cattolica. E probabilmente molti ormai non notano più che in virtù del fatto che è "Aldo Busi" gli vengono concesse cose che altri se le sognerebbero o le pagherebbero care, come minimo banditi dalla TV per chissà quanto tempo. Per tornare a Renato Zero, non condivido nemmeno io il suo atteggiamento, anche perchè questi "artisti gay" arrivati e privilegiati - ai quali nessuno toglie il merito di essere state figure trasgressive e di rottura, in molti casi "avanti" rispetto i tempi - si comportano da veri, capricciosi, imperatori egocentrici. Non gli importa nulla di impugnare una bandiera, sposare una causa per chi è come loro, ma meno fortunato e visibile, tanto sono centrati su sè stessi e sul loro status privilegiato. Quindi un bel "zero" di voto a Zero e simili. Ma anche - e forse con un "meno" - a certa parte della comunità gay italiana, che è pronta a protestare contro un uscita come quella di Zero, boicottarne le canzoni, ritenersi offesa.... Ma molto meno pronta a protestare in maniera incisiva contro una maggioranza politica sinistroide cui è allineata e dovrebbe veramente rappresentarla (ma lo fà molto poco e male, a mio parere); molto meno agguerrita nel rivendicare promesse "prodiane" su certi diritti mai mantenute o comunque in ritardo di percorso; poco sveglia nel contestare con ben più veemenza e sdegno a gran parte della sinistra il consueto, italiano, ossequio incondizionato alla Chiesa. Purtroppo posizioni davvero laiche e progressiste come quelle della "Rosa nel Pugno", cui ho dato il mio voto, non hanno molta voce in capitolo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Fra. Anche io ho visto quella trasmissione e in effetti concordo che nn si è trattato di uscita molto felice della "Renata"... Ma d' altra parte si sà che è così. Busi però lo salvo in toto. Buon week-end.

Unknown ha detto...

Questa me la sono persa. Anche perchè non vedo domenica in da circa vent'anni!!!
....Non c'è paragone: Busi for president!!!