lunedì, settembre 04, 2006

PERCHE' TANTO CLAMORE SUL "CODICE DA VINCI?"

E' già un po' che è uscito il film "il Codice da Vinci". Comunque è interessante leggere il seguente saggio sulle questioni e le polemiche suscitate (e sulle reazioni della Chiesa). L' ha scritto sul suo sito http://www.masadaweb.org/ una mia amica, professoressa, esperta di religioni e spiritualità .... Il "concetto" importante è che la Chiesa ha interesse a divulgare solo un certo tipo di informazioni: quelle che si è costruita e cucita addosso "su misura" in 2 millenni, tra concili, dogmi e Papi che sono stati tutto meno che successori di Cristo... Dan Brown è certamente il furbo di turno che fà soldi usando e sfruttando daterminati input, che fanno leva attualmente su molta gente. Ma parecchie idee che si trovano nel libro (tra le quali il Graal, l' idea che sia la Maddalena e non Giovanni, accanto a Gesù, nell' affresco di Leonardo dell' ultima cena, ecc...) io le conoscevo già da anni. Non sono qui a difendere e ad avere prove su nessuna di queste teorie (mentre la Chiesa Cattolica strepita che è vero solo quello che dichiara lei, spesso, allo stesso modo, sempre senza prove...). La questione della Maddalena può lecitamente suscitare qualche dubbio: un' osservazione della figura nell' affresco di Leonardo da Vinci, alla destra del Cristo, obiettiva, diretta, è naturale che faccia pensare a una donna, anzichè un uomo. Ma se anche fosse, che male sarebbe? Inficierebbe la figura e il messaggio di Gesù? Io non lo credo...


"Il Cristianesimo presenta il congelamento di alcune delle maggiori contrapposizioni ontologiche: il Bene e il Male, il Cristo e l’Anticristo, l’uomo e la donna, il Dio e la Dea. Nel mondo cristiano i valori della Dea spariscono. Il Cristianesimo distrugge uno dei rami dell’antinomia jing/jang, senza risolverla. La dottrina cristiana si fonda interamente sulla potenza di un Dio Padre-Creatore a sacerdozio maschile, mentre annichilisce i valori della Dea, ovvero dell’energia femminile. Appoggiandosi a Costantino, la Chiesa di Roma non da’ al mondo una religione paritaria aperta ai due lati dell’umanita’, e in grado di esprimere le due valenze dell’energia naturale, ma trasforma il paganesimo matriarcale in una potenza teocratica maschilista e misogina, demonizzando lo spirito della Dea, allontanando dal femminino sacro i valori di cura e protezione del mondo che sono sempre stati propri della Grande Madre. Questo monopolio del maschile, incentrato sul potere, ha poi avallato la distruzione tecnologica della natura, appoggiando o giustificando ogni sorta di violenza e di guerra[1]. L’era dei Pesci doveva essere il tempo dell’amore e della fratellanza, e invece aveva dilaniato il mondo nelle contrapposizioni feroci, e si chiude ora nei bagliori delle battaglie, con un mondo diviso e dominato dalla strategia del terrore. Nel 1916 uno scritto automatico aveva spinto lo psichiatra Carl Gustav Jung a ricercare le origini del Cristianesimo attraverso lo gnosticismo. Gli gnostici, attraverso vie paranormali, aprirono a Jung la concezione di un Dio delle origini, che e’ insieme maschile e femminile, ed egli completala visione con otto anni di studio si quella parte dispersa della storia del Cristianesimo, scoprendo che la svolta totalitaria del Concilio di Nicea, che aveva configurato in modo fisso il mondo cristiano, distruggendo i valori del divino femminile. Gli gnostici avevano composto la dualita’ del ‘Pesce astrologico’ in un dio che era insieme maschio e femmina, per una comunita’ paritaria dove i poteri inerenti al sacerdozio venivano ripartiti tra uomini e donne. Ma il desiderio di dominio aveva prevalso, nei vescovi del 3° secolo, sul messaggio di amore, travisando la visione primitiva, nel senso romano della distribuzione sessista del potere. Jung aveva detto che non vi sarebbe stata pace nella psiche umana se le valenze del maschile e del femminile non si fossero conciliate e integrate. Lo studio del Cristianesimo gli mostrava che questa regola di conciliazione psichica valeva per la storia dell’Occidente. Finche’ i valori del femminile non fossero stati riconosciuti e integrati, non ci sarebbe stata pace sulla Terra. Se l’era dei Pesci era stata quella dell’opposizione, l’era dell’Acquario doveva essere quella della conciliazione, pena la fine del mondo. Giustamente papa Giovanni aveva detto in una sua profezia: “Il tempo nuovo sara’ il tempo delle donne.” Cioe’ solo se gli uomini faranno riaffiorare i valori della Dea, le virtu’ della Grande Madre, ci sara’ speranza di uscire dalla catena della paura per iniziare la via della fiducia. Ragionevolmente un mondo nuovo potra’ rinascere, solo se piccoli gruppi cominceranno a praticare di nuovo la compassione, l’aiuto, la condivisione, l’attivita’ disinteressata, la partecipazione. Papa Giovanni era stato l’unico che aveva chiamato dio ‘Madre’. E ancora aveva profetizzato: “Tutti periranno. Si salveranno solo i gruppi” riecheggiando l’Apocalisse, i “144.000 giusti”, ovvero 12 x 12, come 12 erano stati gli apostoli, il primo gruppo del Cristo. In un gruppo piccolo ci sono meno tentazioni di potere e sono piu’ forti i vincoli naturali dell’amicizia. Il dettato automatico di Jung su Basilide e’ del 1916. Se nel cristianesimo c’era un difetto, non era contenuto negli inizi, ma apparve nella svolta del 3° secolo con Nicea e si consolido’ poi statuendo una chiesa di potere e non di amore. La Chiesa sotterro’ tutte le testimonianze che mostravano la sua svolta unilaterale ma, per un contrappasso dello Spirito, cio’ che era stato cacciato sarebbe riemerso e cio’ avvenne, curiosamente, alla fine dell’era cristiana, e proprio nella forma dell’anfora (simbolo dell’Aquario). Nel 1897, a Ossirinco, si ritrova il vangelo di Tommaso che delinea un Cristo molto diverso. Nel 1945 si trovano le giare di Nag Hammadi e viene alla luce una intera biblioteca gnostica che rivela il pensiero del primo cristianesimo. Nel 1947: strepitoso ritrovamento di Qumran, 870 rotoli del Mar Morto su Antico Testamento e scritti esseni, precedenti e contemporanei al Cristo, dove si ipotizza che egli sia stato un Gran Maestro di Giustizia. La religione tradita mostrava le prove del suo tradimento. I codici esseni e gli scritti gnostici mostrano in particolare quanto grande era stato, da parte della Chiesa, il tradimento del mondo femminile. Gli Gnostici avevano analizzato proprio lo hieros gamos o nozze sacre, unione di maschile e di femminile, che sara’ poi il principio fondamentale del pensiero junghiano che lo faranno diventare uno dei maggiori esperti di alchimia del mondo. Il Dio degli gnostici era stato una divinita’ tanto maschile quanto femminile, ma il Cristianesimo aveva ucciso questa armonia. La sua scelta lo portava a discriminare la societa’ secondo basi sesssiti e a disprezzare i valori attinenti al femminile come subordinati, disprezzando la terra, la natura, la materia, l’amore, la sessualita’. Ma l’atteggiamento dei primi cristiani non era questo. Il Cristianesimo delle origini era molto diverso, ma quando la Chiesa si strutturo’ come religione di stato, assunse le strutture formali del maschilismo romano, e, quando dovette scegliere tra gli 80 Vangeli che riportavano variamente la vita e le parole del Cristo, opero’ una selezione drastica e mirata, creando un Cristo su misura divina e respingendo le altre possibilita’. Cosi’ fu negato il fatto che i Vangeli apocrifi dicevano che il Cristo si era sposato, e addirittura due volte, forse con Maria Maddalena, che non era una prostituta, come si e’ voluto insinuare poi, ma solo una donna bella e intelligente, al punto che in alcuni Vangeli apocrifi i discepoli accusano Cristo di amare lei piu’ di loro e di volerla come capo della sua chiesa. Dan Brown riprende appunti in modo fantasioso questo filone, facendo della Maddalena non solo la sposa del Cristo ma addirittura l’apostolo piu’ fedele, quello che appare nell’affresco di Leonardo, alla sua sinistra, L’ultima Cena. Un gioco di fantasia, certamente, la furbizia di un romanziere, ma la reazione convulsa e esagitata della Chiesa di Roma attesta come sotto ci fosse un tasto dolente, un enorme delitto storico: la negazione della donna. Quella negazione era piu’ facile mettere all’indice il romanzo che affrontare, alla fine del secondo millennio cristiano, le responsabilita’ etiche e giuridiche di una scelta infamante il mondo femminile. Su quella scelta, perpetrata con furia iconoclasta sui simboli del femminile sacro, si era stabilizzata la storia dell’Occidente, la sua cultura, la sua gerarchia di valori. Forse, inizialmente, ci fu solo una strategia politica. Mai il maschilista mondo romano avrebbe mai approvato una chiesa diretta da una donna, sarebbe stata una rivoluzione sociale inaccettabile e cosi’ la Chiesa si adeguo’ al maschilismo romano, senza apportare troppe rivoluzioni culturali e sociali. Noi non sapremo mai cosa avvenne duemila anni fa: forse il Cristo si sposo’, forse rimase l’uomo virginale che la Chiesa ci ha imposto e che ha giustificato sia la gerarchia del sacerdozio maschile che la demonizzazione della sessualita’ e della donna in quanto scatenatrice di desiderio. Noi possiamo credere piu’ verosimile che un palestinese di 33 anni fosse sposato, del resto se non lo avesse fatto sarebbe stato mal visto, e,s e il cristo fosse stato sposato, e’ verosimile che avesse dei figli, sicuramente ebbe dei fratelli, e la Chiesa cancello’ anche questi nell’esigenza di calare in Maria la spodestata Dea Vergine. Sicuramente possiamo dire che il Cristo non era misogino, come fu la Chiesa per duemila anni e come e’ tuttora; certo non trattava le donne come esseri inferiori e subordinati e non avrebbe mai pensato che in suo nome la donna sarebbe stata privata dell’anima per 1300 anni e che anche dopo due millenni le sarebbe stato vietato di esercitare il sacerdozio. Se era un Cristo di amore, se la sua parola era rivoluzionaria, a maggior ragione non avrebbe mai convalidato il conformismo maschilista successivo. I Vangeli gnostici parlano tranquillamente di amore tra uomo e donna, dicono che essi sono esseri simili, e che anche la donna deve crescere nella conoscenza, dunque non pongono limiti alle sue facolta’ intellettive. La vera rivoluzione della parola del Cristo non era stata solo la liberazione degli schiavi, considerati uguali ai liberi, ma era stata la liberazione delle donne, considerate pari agli uomini. Del resto, che parola di liberta’ sarebbe stata la sua, se avesse lasciato meta’ dell’umanita’ in una condizione di dipendenza? Per questo il messaggio cristiano trovo’ cosi’ largo consenso femminile. Per questo le prime martiri erano disposte a dare la vita per il nuovo credo. Non certo per cadere in un giogo uguale all’antico. Sicuramente la parola del Cristo desto’ tanto fervore perche’ vi si parlava di amore, che e’ una caratteristica del femminile, e non di potere, che e’ una regola del maschile, ma altrettanto sicuramente perche’ vi si parlava di liberta’ per tutti. Ma, quando la Chiesa si strutturo’ come istituzione statale, di quella parita’ non si parlo’ piu’ e chiunque volle avanzare richieste in tal senso fu tacciato di eresia. Quando nel 325 l’imperatore pagano Costantino, per mettere pace nel suo stato, decise di unificare Cristianesimo e Paganesimo, creando una religione sola, stimolo’ un sistema religioso che fosse accettabile da entrambe le parti e non troppo rivoluzionario e che facesse prevalere elementi conservatori. Si decise che il Cristo nascesse il 25 dicembre, che era gia’ una festa pagana, che si appoggiava sul solstizio d’inverno, momento in cui la luce del giorno riprendeva ad allungarsi, indicante simbolicamente la nascita della luce e degli dei relativi: Mitra, Di0niso, Osiride, Apollo… Il mito del dio morto e resuscitato dopo tre giorni era presente in tutto il mondo antico, da Dioniso a Mitra e ugualmente era comune il simbolismo della dea madre ma vergine. Antichissimi archetipi sopravvissero a contrassegnare l’esistenza del Cristo, che usciva dalla storia per entrare nell’eternita’. La leggenda riprese il mito della stella e quello dell’offerta al bambinello di oro, incenso e mirra, come erano stati offerti al piccolo Krishna. Il problema piu’ grosso era stabilire la sua natura, se era un uomo o era Dio, e, per pochi voti, si decise che Cristo fosse Dio. Questo segna la differenza tra l’interpretazione del Cristo nella Chiesa di Roma o in altre confessioni, che lo ritengono solo un grande uomo santo. La divinita’ fu il risultato risicato di una serie di votazioni, dove prevalsero gli opportunisti che nella divinita’ del Cristo videro una forte leva di potere. Cosi’ nacque una nuova religione. Si distrussero i Vangeli che parlavano di un Cristo uomo e si tennero quelli da cui si poteva dedurre la figura di un Cristo Dio. Tutto quello che era femminile fu collegato al peccato, si fece ripiombare la donna in un mondo di dolore, di colpa, di non potere, e, quando essa divenne curatrice della malattia, la si bollo’ come strega e si compi’ su di lei il piu’ grande genocidio dell’antichita’. La donna fu l’essere impuro per eccellenza, collegata al peccato e al demonio, la tentatrice. Su questa condanna fu costruita una gerarchia potente che per i mille anni del Medioevo concentro’ la conoscenza e la gestione nelle mani di soli pochi uomini. Ma per quanto la Chiesa abbia cercato di far sparire le tracce degli Esseni e degli Gnostici e abbia tacciato di eresia tutti gli interpreti discordanti, alla fine dei duemila anni del suo predominio totalitario, e di poco successivi gli uni agli altri, i rotoli del Mar Morto e i manoscritti di Nag Hammadi arrivarono improvvisamente e straordinariamente ritrovati a rivelare una verita’ che era stata nascosta per duemila anni. Questi ritrovamenti costituivano un pericolo per la religione istituzionale che ha cercato di nasconderne gli effetti o di confutarli in ogni modo. La demonizzazione di Dan Brown e’ su questa scia. La Chiesa di stato aveva divinizzato Gesu’ per fondare su di lui le basi del suo potere. Ora si poteva scoprire che queste basi erano artefatte. Ecco perche’, nel 2004, il romanzo giallo fantasy, ‘Il codice da Vinci’ dello storico d’arte americano Dan Brown, diventa di colpo un best seller che propaganda in modo volgarizzato e poco serio l’intera storia. Come alcuni anni prima un altro best seller, anche questo malamente scritto e poco verisimile, pessima miscellanea di motivi new age, ‘La profezia di Celestino’, aveva diffuso di colpo nuovi modi di pensare nelle persone piu’ aliene dall’esoterismo, ora un giallo d’autore diffondeva in modo romanzato e poco filologico uno dei maggiori segreti della Chiesa. Ma ormai la Chiesa di Roma dava vistosi segni di cedimento e non era piu’ un’autorita’ riconosciuta, anche se non abbandonava nessuno dei capisaldi su cui aveva fondato il suo immenso potere materiale e spirituale, appoggiandosi sempre alla potenza degli stati. In particolare la Chiesa non aveva mai corretto la disparita’ tra uomo e donna. Invece la parita’ tra il principio maschile e quello femminile interessava moltissimo Jung e fu il motivo portante di tutta la sua vita; in ogni momento egli lavoro’ per l’emersione del principio femminile e delle facolta’ del femminile, e il punto principale del pensiero gnostico, su cui egli medita per otto anni fu proprio lo hieros gamos, le nozze sacre, la complementarieta’ e l’integrazione tra le due valenze della psiche e del mondo, lo yin e lo yang, uniti nella perfezione del Tao. Cosi’ tutta la vita e l’opera di Jung sembrano rivolti a questo compito: non tanto indagare la psiche umana, quanto far riaffiorare i valori della Dea, facilitare l’integrazione delle energie, non solo nella psiche ma nel mondo, in quanto il mondo non e’ che la proiezione di cio’ che si dilania o si armonizza nella nostra anima. A questo punto occorreva un passaggio, che collegasse lo spirito alla natura, che facesse riemergere i valori della Dea attraverso cio’ che la Chiesa aveva respinto: la materia. Arrogandosi un potere assoluto sullo Spirito, la Chiesa cristiana aveva demonizzato, insieme al potere femminile, anche la materia, la terra, la ricerca sulle trasformazioni naturali. Ma questo passo intermedio non poteva essere assunto dalla scienza, in quanto la scienza moderna aveva dissacrato la natura e l’aveva violentata in nome di una razionalita’ prevaricante. La scienza era diventata non il luogo del sapere ma il mezzo attraverso cui il potere si esercitava sul mondo, la scienza si era mescolata alla politica e al mercato e dunque non poteva essere il campo del femminile ritrovato. Doveva esserci un modo diverso di trattare la natura secondo il suo spirito ctonio e quel modo era l’alchimia. Di nuovo e’ lo Spirito che interviene, guidando Jung, e lo fa con i sogni. Se lo studio dello gnosticismo fu preceduto da una trance, quello dell’alchimia comincio’ con una serie di sogni (1926): “… essi mostravano che, accanto alla mia casa, ce n’era un’altra, o un’ala di essa, che mi era estranea. Alla fine venne un sogno in cui la raggiunsi. C’era una bellissima biblioteca con libri del 1600-1700, rilegati in pelle di cinghiale. Tra questi, alcuni decorati con strane incisioni in rame e illustrazioni con simboli che non avevo mai visto. Piu’ tardi scoprii che erano simboli alchemici. Nel sogno ero consapevole del loro fascino. In un altro sogno ero imprigionato in un castello del 1700.” Il sogno in cui si trovano nuove ali della casa indica che si stanno aprendo nuove parti della psiche e cio’ prefigura l’accesso a nuove vie conoscitive. La parte maschile di Jung stava per incontrarsi con la sua parte femminile. Il sogno della biblioteca preannuncera’ una via di cui Jung non e’ ancora cosciente e che si dispieghera’ con la ricerca degli ardui testi ermetici. Con l’alchimia il logos tornava alla Natura, nel mondo maschile risorgeva la Dea. Il simbolo tornava la’ dove era nato, alla terra. Aprendosi all’alchimia, Jung sperava di capire dove sarebbe andato il mondo e come sarebbe stato il tempo nuovo. Inizia cosi’ l’ultima ricerca junghiana, quella sulle energie sottili, le comunicazioni, i mutamenti, il sostrato comune, il rapporto tra energia della natura e psiche umane, un’applicazione diversa dalla scienza e dalla filosofia ma prossima al misticismo, la magia, lo sciamanesimo, la religione, l’arte… Jung scopre allora di riprendere il filo sottile che lo lega al suo predecessore kahrmico: PARACELSO, il grande medico alchimista del Rinascimento, e’ a meta’ della sua vita, ha 53 anni, gli ultimi 33 saranno la prosecuzione naturale del cammino dei grandi alchimisti, dal 1928 alla morte. Sono di questo periodo i suoi testi esoterici piu’ difficili. Quando Jung si imbatte nell’alchimia, vede che e’ la conclusione naturale di tutta la sua ricerca: lo gnosticismo, la filosofia naturalistica, la psicologia dell’inconscio, il Tao… tutto si unisce, i simboli gnostici si collegano a quelli dell’inconscio e alle immagini alchemiche. Nell’alchimia si ritrovano le immagini del Piccolo Ignoto e del Grande Ignoto, dell’Oriente e dell’Occidente, del maschile col femminile, del Dio con la Dea. L’alchimia risolse il problema che Jung si era portato dentro fin dall’infanzia: il problema del suo rapporto con la madre, che velava un problema piu’ grande: il rapporto del mondo cristiano con la Dea, del maschile col femminile, del logos con l’eros, dell’Animo e l’Anima, della parte maschile del mondo con quella femminile. Questo principio, dell’integrazione delle energie, era stato ampiamente elaborato dalle ricerche operative, clandestine e segrete, degli alchimisti per tutta l’era cristiana, ma principalmente tra il 1100 e il 1500, ed e’ verosimile, come vuole Dan Brown, che uno dei maggiori alchimisti sia stato proprio Leonardo da Vinci. Gli alchimisti furono operatori dell’invisibile nel visibile. Lavorando sulla materia, riconducendosi alla DEA, ovvero allo spirito femminile, profondo, della Terra, per studiarne il simbolismo e la trasformazione, attraverso la fusione col principio maschile dell’energia, o spirito del Cielo. L’alchimia occupera’ l’attenzione di Jung per 30 anni e lo portera’ al ritrovamento simbolico dell’energia femminile, dando alla sua vita una straordinaria completezza. In fondo tutta la sua ricerca aveva avuto uno scopo finale: le nozze alchemiche, l’incontro dei due principi fondamentali dell’universo, che aveva scandagliato come psicologo all’interno della psiche e ora gli apparivano come principi fondamentali di ogni trasmutazione, uniti nell’ermafrodita, il Rebis, unione di Re e Regina. Questo compimento si realizzera’ alla fine della sua vita proprio in un mirabile sogno dove, con indicibile piacere, in un Eden sovrannaturale, assistera’ alle nozze di Zeus con Hera, il dio del Cielo e la dea della Terra, il principio maschile e quello femminile dell’universo. Il testo di Don Brown sfiora molti degli argomenti che abbiamo trattato. Riporto integralmente: “In termini di profezie siamo attualmente in un’epoca di enormi cambiamenti. Il vecchio millennio si e’ appena concluso e con esso e’ finita, dopo 2000 anni, l’eta’ astrologica dei Pesci e il pesce e’ anche il segno di Gesu’. Come qualsiasi esperto di simboli astrologici ci puo’ confermare, l’ideale dei Pesci e’ che l’uomo debba ricevere ordini dai poteri superiori, perche’ e’ incapace di pensare da solo. Percio’ questa e’ stata un’epoca di fervore religioso. Adesso pero’ entriamo nell’eta’ dell’Acquario, il portatore d’acqua, il cui ideale afferma che l’uomo e’ capace di apprendere la verita’ e di pensare da se’. Il cambiamento ideologico e’ enorme ed avviene proprio ora.” [2] Quando la Chiesa volle distinguersi dal mondo pagano, sottolineando in modo dogmatico, la propria diversita’, fu deciso che molti degli antichi simboli dell’energia assumessero un significato negativo. Fu cosi’ per il serpente, che connotava le energie della Terra, e divenne simbolo del diavolo, e fu cosi’ per il pentacolo, segno femminile, che venne attribuito alla magia nera. In realta’ il pentacolo era un simbolo precristiano legato al culto della natura e al culto della Dea, ma la Chiesa demonizzo’ la Dea e i suoi attributi, e caccio’ il femminile dall’universo sacro, tentando di cancellarne la storia. Dice sempre Brown: “Gli antichi vedevano il mondo diviso in due meta’, maschile e femminile. I loro dei e le loro dee cercavano di mantenere un equilibrio dei poteri, Yin e Yang. Quando il principio maschile e quello femminile non erano equilibrati, sorgeva il caos. Il pentacolo rappresentava la meta’ femminile di tutte le cose, un concetto religioso che gli storici delle religioni chiamano ‘il femminino sacro’ o ‘la DEA’. Le religioni antiche erano basate sull’ordine divino della natura. La dea Venere e il pianeta Venere erano una cosa sola. La dea aveva un posto nel cielo notturno ed era nota con vari nomi: Venere, la stella dell’est, Ishtar, Astante, tutti possenti concetti femminili legati alla Natura e alla Madre Terra. Il pianeta Venere traccia un pentacolo perfetto sull’eclittica ogni otto anni. Gli antichi lo avevano visto e il pentacolo era stato preso come simbolo della perfezione, della bellezza e degli aspetti ciclici dell’amore sessuale. Come tributo alla magia di Venere, i Greci avevano fatto ricorso al suo ciclo di otto anni per organizzare anche i giochi olimpici. La stella a 5 punte stava per diventare simbolo ufficiale delle Olimpiadi ma all’ultimo minuto fu trasformata in 5 anelli intrecciati. La Chiesa prese questo bellissimo simbolo femminile e lo fece diventare il simbolo del diavolo.” Oggi il pentacolo che era un simbolo di protezione e’ diventato il Pentagono, massimo organo militare per le guerre di conquista americane, il segno di Venere e’ diventato un segno di guerra e viene dipinto sui bombardieri e messo sulle spalline dei generali, con buona pace della dea dell’amore e della bellezza. Un pentacolo e’ anche il famoso disegno di Leonardo dell’uomo vitruviano, posto come una stella a 5 punte, all’interno di un cerchio protettivo, segno di unione di maschile e di femminile. Dice ancora Dan Brown: “Nessuno poteva negare l’enorme bene fatto dalla Chiesa nel mondo sofferente di oggi, ma essa aveva alle sue spalle una lunga storia di inganni e di violenze. La sua brutale crociata per rieducare le religioni pagane e il culto della femminilita’ era durata tre secoli e aveva impiegato metodi astuti e terribili. L’opera piu’ sanguinaria era stata il manuale contro le streghe, il Malleus maleficarum, contro ‘il pericolo delle donne che pensano liberamente’ che aveva insegnato al clero come individuarle, torturarle e distruggerle. La categoria delle streghe comprendeva tutte le donne istruite, le sacerdotesse, le zingare, le amanti della natura, le erboriste... anche le levatrici erano uccise per la loro pratica eretica di servirsi di conoscenze mediche per alleviare i dolori del parto, una sofferenza che per la Chiesa era la giusta punizione di Dio per la tentatrice... La donna, un tempo celebrata come l’essenziale meta’ dell’illuminazione spirituale, era stata bandita dai templi… Non c’erano rabbini di sesso femminile, ne’ sacerdotesse cattoliche, ne’ imam islamiche. L’atto, un tempo sacro, dello yeros gamos, l’unione sessuale tra uomo e donna, con cui ciascuno dei due acquistava l’unita’ spirituale, era stato ridefinito come peccato!.. I giorni della dea erano finiti… La Madre Terra era divenuta un mondo di maschi e gli dei della distruzione e della guerra avevamo prelevato il loro terribile tributo. Per due millenni l’io maschile non era stato frenato dalla sua controparte femminile”.

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