LA REGINA DEL PUNK E DEL DARK
Come iniziare questo post dedicato a Siouxsie? E' un po' di tempo che volevo dare "corpo" alla mia devozionale e antica ammirazione per la diafana, notturna, inimitabile Susan Janet Dallion - il suo vero nome. Dargli adesso una forma, una traccia, è per me quasi necessario. Ho vissuto tutta l 'ondata prima punk, poi dark e new wave che nei primi anni '80 arrivò fortunatamente anche in Italia, dove imperversava la disco music e il vecchio, pomposo e stanco rock dei '70. Ci furono nomi che segnarono e si impressero per sempre nel DNA (mio e di tanti altri) di ex "punkettari" e "darkettoni", nomi che sono diventati per sempre "pietre angolari" delle nostre emozioni, vite, sogni, incubi e bellezza di quegli anni (JoyDivision, Cure, Sisters of Mercy...tanto per citarne alcuni). Ma soprattutto della poesia. Oscura finchè si vuole, ma sublime poesia. E lei, la grande sacerdotessa del punk e del dark, Siouxsie Siouxs, è stata senza dubbio per me la "punta di diamante" in questo senso. Attorno a lei nacque il gruppo Siouxsie and the Banshees, tra la fine dei '70 e l' inzio degli '80. Per diversi anni e attraverso vari album e cambi di formazione, la band fù per Susan lo spazio dove sarebbe diventata quello che è. Le note di "Christine", "Happy House", "Spellbound" sono state come delle perle metalliche, arcane, notturne ma, allo stesso tempo, tribali ed elettriche, trapuntate dalla sua voce. E Siouxsie, come molti grandi, soprattutto con quella voce inimitabile, sensuale, sospesa tra la ninna-nanna e l' anatema, tra poesie di vita e lamenti di morte, tra urli metallici e vocalizzi melodici di struggente bellezza, ha creato un' icona irripetibile. Ricordo l' emozione di vederla in quella che fù, credo, la sua prima apparizione "live" in Italia a Modena, Festa dell' Unità, nel lontanissimo 1983. Poi la rividi un altro paio di volte, ma quella serata fù magica e particolare. Lo spessore e l' arte di lei si percepivano appieno soprattutto nella dimensione del concerto, nel leggendario modo di vestirsi (poi riferimento per tante, tante ragazze dark, per anni) nel trucco, nella mimica e in una gestualità danzante che aveva un che di "gitano", rituale che imponeva attenzione, incantesimo e ti fascinava. Tanto che avresti seguito quella "regina della notte" ovunque ti avesse chiesto di andare. E quegli occhi felini splendidi, truccati come solo una imperatrice/sacerdotessa poteva fare, velati di decadente malinconia, ma allo stesso tempo ieratici e fieri. Una delle poche figure femminili per le quali avrei avuto un coinvolgimento anche erotico. Ci sono molti suoi pezzi ai quali sono legato, oltre a quelli citati sopra. Ma, tra tutti, "Swimming Horses" forse lo sceglierei come quello per me più rappresentativo. Chi non ha avuto la fortuna di "esserci" allora, o di essere troppo "piccolo" - e adesso non conoscerla - non si è perso tanto un nome della musica di quegli anni, ma un modo di essere artista femminile che oggi non si vede più (tranne rare eccezioni, tipo Bjork). Altri livelli. Altra bellezza e arte, a mio parere, di "rango superiore".
"CITIES IN DUST" (1985)
Dopo un'altra pausa, in cui i Creatures pubblicano Boomerang, i Banshees cominciano la parte finale della loro carriera, in cui ormai hanno raggiunto una elevata notorietà, pubblicando i tre album Peepshow nel 1988, Superstition nel 1991 (che contiene la loro canzone forse più famosa, Kiss Them For Me) e The Rapture nel 1995. Dopo la fine degli impegni relativi a questo album, nell'aprile 1996, il gruppo decide di sciogliersi, in polemica risposta al revival punk che sta avvenendo in quel periodo, testimoniato anche dal riformarsi dei Sex Pistols di Johnny Rotten. Siouxsie e Budgie, sposatisi nel frattempo nel 1991, si concentrano a tempo pieno sul loro progetto Creatures, mentre Severin fonda la propria etichetta, RE:, per la quale produce lavori sperimentali, colonne sonore di opere cinematografiche e teatrali e dischi di altri artisti.
"SWIMMING HORSES" (1984)
Nel 2002, però, un invito a suonare da parte del Coachella Music & Arts Festival, che si tiene annualmente in California, ha dato vita a un tour con la formazione originale, chiamato "Seven Year Itch Tour", che è accompagnato successivamente da un Best Of e dal CD/DVD registrato nelle serate di Londra, chiamato The Seven Year Itch. Il tour non ha seguito, anzi, il giorno dopo la sua fine, Siouxsie e Budgie si chiudono in studio per cominciare a lavorare al prossimo album dei Creatures, Hai!. Nel 2004 è uscito Downside Up, un box-set di 4 CD contenente b-sides e rarità, come l'EP The Thorn del 1984. Nel 2005 è cominciata l'operazione che vedrà ripubblicato ogni album di studio della band, a partire da The Scream, con contenuti speciali, demo e inediti."
(Da Wikipedia)
4 commenti:
bel tributo alla grande Siouxsie.... :) ciao
ciao
bel blog ^^
se ti va dai un' occhiatina al mio
http://blackmould87.blogspot.com/
bye
BM_
Il vero cognome è Ballion. Lo ha chiarito lei stessa in un'autobiografia, dove ammetteva di aver usato il cognome Dallion per non far sì che venisse identificata la sua casa e sua madre.
Budgie entrerà con Kaleidoscope, mentre con Smith entrò Lol Tolhurst, sempre dei Cure.
Io toglierei anche gli accenti dai "fu".
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