mercoledì, ottobre 04, 2006

NON UN MONDO, MA DIECI!


Ho studiato bene il principio buddhista dei 10 mondi, ma ancora adesso mi ritrovo a tornarci sopra, da tanto che è profondo e sempre "nuovo". Penso che se fosse diffuso e tenuto presente come chiave di lettura della vita (senza necessariamente essere buddhisti) offrirebbe stimoli diversi molto importanti e positivi, per tante persone. E' una teoria, ma è innegabile quanto sia riscontrabile nella vita di chiunque. Essa fù estrapolata, dalle profondità del Sutra del Loto, da vari maestri buddhisti che con la loro evoluzione spirituale ed illuminazione riuscirono a "vederla" e concettualizzarla. Il Sutra del Loto è un testo sacro meraviglioso e sembra davvero che lì, il Buddha Shakyamuni, espresse "l' insegnamento degli insegnamenti".... Nichiren Daishonin, il monaco buddhista che fece di Nam myoho renge kyo (il titolo del Sutra del Loto) un mantra quale mezzo per far accedere chiunque all' Illuminazione, mantenne e mise ben a fuoco questa teoria. I dieci mondi sono analoghi a dieci condizioni vitali, dieci stati dell 'essere, dieci stati d' animo che tutti sperimentiamo nell' arco della vita. Si manifestano come effetto di una cosidetta "causa esterna" - perchè sono sempre potenzialmente presenti in noi, pur se latenti - cioè uno stimolo, un fatto, un qualsiasi evento, che li attiva. Alcuni più frequentemente (e anche diversi in una stessa giornata), mentre gli altri più di rado. Tra di essi, comunque, ve ne sono di "costanti", cioè fanno parte della nostra natura innata, quindi sono quelli che si manifestano più spesso. Questi dieci "stati dell' essere" partono da quello considerato il più negativo in assoluto, fino ad arrivare al più positivo in assoluto. Una specie di "scala" armonica, con altre otto tonalità graduali tra le due estreme. I primi sei mondi (da INFERNO a PARADISO) sono detti "i sei sentieri inferiori" perchè sono effimeri nella loro durata e influenzati continuamente dagli eventi del mondo esterno, nonchè dagli alti e bassi della vita stessa.

INFERNO: è la sofferenza sorda, costante e apparentemente senza via di uscita, tipica anche della depressione. Il genere di disperazione che si prova - ad esempio - dopo che si è stati lasciati dalla persona amata, o dopo che si apprende della morte di una persona a noi vicina.

AVIDITA': la brama che porta ad volere "sempre di più", senza mai essere soddisfatti. Non importa quale sia l' oggetto di questa brama: denaro, potere, affetti...qualunque altra cosa. Il concetto è che qui non c' è un limite all' accumulare.

ANIMALITA': è il mondo dell' istinto puro, non filtrato da ragionamento o controllo, quello dettato dai bisogni primari legati al corpo (fame, freddo, paura, ecc...) che può farci ritornare in un secondo alla nostra antica natura "selvaggia", dove il più forte ha la meglio sul più debole. O dove si cerca l' alleanza e la protezione del più forte "di turno".

COLLERA: qui è l' ego che si fà strada, c' è consapevolezza ma è profondamente individualista. Tutti gli altri e tutto il resto sono visti con diffidenza e antagonismo, quindi l' aggessività è la molla che scatta costantemente. Anche il senso di superiorità è esasperato e porta facilmente all' attacco per previcare nel competere.

UMANITA' (detta anche TRANQUILLITA'): è il primo dei dieci mondi più positivo e stabile, molto comune, che si manifesta frequentemente come intervallo dopo uno degli altri quattro appena descritti. E' il comportamento umano minimo "civile", calmo, lineare, tuttavia instabile e molto influenzabile dalle circostanze dell' habitat circostante.

PARADISO (anche ESTASI): tutti l' abbiamo sperimentato. E' la gioia intensa che si sente per avere soddisfatto un qualunque tipo di desiderio, materiale, fisico, psicologico o affettivo. Ad esempio: avere conquistato e stare assieme la persona che ci piaceva; oppure, essere riusciti ad acquistare quell' oggetto che ci attirava tanto... Come per il mondo di UMANITA', si tratta di un' estasi temporanea, suscettibile agli eventi esterni, o alla semplice natura umana che, dopo un po' che ha ottenuto qualcosa, si "abitua" e ritorna insoddisfatta, spostando il suo desiderio verso un obiettivo successivo.

Da questo punto in poi, i restanti quattro mondi, vengono definiti "nobili". In questi stati dell' essere c è la presa di consapevolezza della natura transitoria ed estremamente instabile dei precedenti "sei sentieri" inferiori, avvertendo uno spirito di ricerca per conoscere concezioni intellettuali/filosofiche/spirituali, che diano stabilità interiore. In questo quattro stati superiori, l' atteggiamento è intenzionale, a differenza delle reazioni istintive dei sei mondi inferiori.
I primi due mondi nobili, STUDIO E ILLUMINAZIONE PARZIALE, sono anche definiti "i due veicoli". A livello interiore ed emotivo c' è una marcia in più, la stabilità è presente, l' intelletto è elaborato e profondo. Tuttavia l' inclinazione resta essenzialmente individualista e il senso di superiorità rispetto tutto quello che è "inferiore" blocca le possibilità evolutive.

STUDIO: condizione di ricerca della conoscenza essenzialmente intellettuale, attraverso l' insegnamento di qualcuno, o riferendosi a una determinata materia.

ILLUMINAZIONE PARZIALE: simile al precedente, con la differenza che siamo noi stessi a cercare la verità attraverso l' esperienza in prima persona, di solito dopo un notevole sforzo, che ci porta ad avere intuizioni fulminanti e risolutive su qualsiasi cosa. E' lo stato degli inventori e dei geni, che improvvisamente scoprono e "vedono" quanto prima non era conosciuto.

BODHISATTVA: è lo stato nobile dove l' altruismo è le stimolo portante. La ricerca di illuminazione, felicità e verità è condivisa con gli altri, che vengono messi in grado di fare altrettanto, oppure di fruirne. Lo stato di felicità e conoscenza non ha senso, per il bodhisattva, solamente per sè stessi, ma trova la sua piena ragione assieme al prossimo. Se c' è sofferenza negli altri, l' istinto ad aiutare e condividere caratterizzerà ogni azione e motivazione.

BUDDHITA': certamente ogni tentativo di descrizione è inadeguato per questo, che è lo stato vitale supremo e perfetto. Spesso è attraverso l' identità e l' operato del Bodhisattva che si esprime. Per il più elevato dei dieci mondi si può parlare di felicità assoluta, inimmaginabile nella sua bellezza, indipendente da qualsiasi causa esterna, per quanto negativa ed estrema, come la malattia e la morte. Non è che non esista la paura o la sofferenza, ma esse sono relative, diventano "secondarie", perchè si avverte costantemente di essere connessi alla "Verità Ultima" (nel buddhismo di Nichiren definita anche " la Legge"). Si è una cosa sola con essa, da vivi, nel corpo fisico. La vita stessa, anche nei suoi momenti e situazioni più semplici, è fonte di gioia. Lo stato di illuminazione è così elevato che non c' è un limite alla saggezza e alla compassione, alla comprensione. A differenza della visione illusoria e delle azioni dettate dagli altri nove mondi, qui niente è impossibile, e la libertà dai legami karmici è definitiva. E' la vetta raggiunta dal Buddha Shakyamuni, sotto l' albero della Bodhi, quando si illuminò.

Un ulteriore, interessante, aspetto è detto "il mutuo possesso dei dieci mondi". Le persone possono manifestare solo uno dei dieci mondi alla volta, mentre gli altre nove restano, per così dire, in uno stato di "latenza". Ma non significa che non esistano più, o siano diventati inerti: in ogni attimo resta il potenziale che qualunque di essi si manifesti e prenda il posto del precedente, come conseguenza di uno stimolo o causa esterna. Ogni singolo mondo, infatti, possiede in sè gli altri nove, come in una specie di "caleidoscopio", dove la parte contiene il "tutto". In ogni momento è possibile, sempre, il passaggio da una condizione all' altra e, quindi, di manifestare anche il decimo mondo, la Buddhità. Si può passare in ogni attimo anche dal mondo di Inferno a quello di Buddhità, perchè il mondo di Inferno lo contiene, e viceversa. Si può fare un esempio pratico. Marco stà dormendo. Suona la sveglia: deve andare al lavoro. Sente che ha una gran fame e consuma una consistente colazione (Animalità). Mentre si reca al lavoro sull' autobus, visto che il viaggio è lungo, continua la lettura di quell' interessantissimo libro di storia (Studio). Una volta in ufficio, a metà mattina, per il lavoro ha a che fare con quella nuova collega, poco simpatica e ambiziosa, che ronza attorno al capo e cerca di guadagnarsi priorità immeritate a livello di posizione. Ciò, come sempre, lo irrita fortemente (Collera). Durante la pausa pranzo, chiacchera con un collega che a lui piace e di cui si fida (Umanità), purtroppo - a un certo punto - gli comunica un brutta notizia: al lavoro hanno intenzione di ridurre il personale e avrebbe sentito involontariamente che i loro due nomi sono in "lista" come quelli non indispensabili. Questo gli rovina il pranzo e lo getta in un forte avvilimento (Inferno), come farà, nel caso? Con tutte le cose ancora da finire di pagare?...Il mutuo, la macchina....Esce dal lavoro pensieroso e triste. Mentre cammina per arrivare all' autobus, incontra un signore anziano che è appena accidentalmente caduto a terra.... E' seduto su un muretto, ma dolorante a un gamba e confuso, impaurito. Lo rassicura e tranquilizza e si offre per aiutarlo (Bodhisattva). Facendosi dare il telefono dei famigliari, li chiama dal suo cellulare perchè vengano a prenderlo. Cosa che avviene dopo 20 minuti. Prima di prendere l' autobus, mentre aspetta, si accorge del tramonto spettacolare e meraviglioso che si è via via dipinto nel cielo e lo guarda rapito... E' questione di un momento: il vento, le sensazioni, i pensieri, il respiro, le emozioni, il flusso delle cose... tutto combacia e si sincronizza in un modo irrazionale, ma bellissimo, e si sente inondato di felicità travolgente, di senso di unione con "tutto" (Buddhità). Per un momento, tutti i pensieri e i problemi, scompaiono e sente che non c' è nulla da temere, si sente forte e libero. Arrivato a casa, tra la posta nella buchetta, scorge una busta che attira la sua attenzione. E' una lettera di un cugino che abita lontano e vede poco. Poco tempo prima l' aveva avvisato della morte del loro vecchio zio, ed era andato al funerale. Legge la lettera e si ritrova di colpo al settimo cielo (Paradiso): lo zio ha lasciato a entrambi, nel testamento, una insospettata, consistente, entità di denaro... Dopo cena, siccome è buddhista, apre il butsudan e davanti al Gohonzon prega per esprimere gratitudine, poi recita Nam myoho renge kyo. Forse non lo avverte consapevolmente e nel modo in cui l' ha provato prima, contemplando il tramonto (anche se si sente molto bene e prova felicità), ma si trova di nuovo nel mondo di Buddhità. E il Gohonzon, assieme alla pratica della recitazione di Nam myoho renge kyo, sono la causa esterna "volontaria" per far emergere, in ogni momento, la Buddhità. Il Buddhismo spiega che i dieci mondi, nel loro alternarsi, non spariscono dalla vita delle persone, ma attraverso la pratica buddhista iniziano gradualmente a muoversi in maniera diversa e in funzione di quello di Buddhità, che diventerà via via sempre più centrale e manifesto. I mondi che fanno parte delle tendenze vitali di base, la "natura innata", anche fossero quelli di Inferno, di Animalità o Collera, si trasformeranno gradualmente sempre nella loro versione più positiva, tesa alla felicità e alla realizzazione.


2 commenti:

FruiTanya ha detto...

Molto bello questo post; condivido in pieno.
Insegnamenti simili si trovano anche nella Kabbalah, nella Filokalia, nella Teosofia ( facendo riferimento a fonti di sapere indiano ).
L'uomo si manifesta su diversi piani d'esistenza costantemente; ed è vero, alcuni piani ( quelli più elevati ) sono ancora dormienti: perciò io direi di svegliarci :)

Anonimo ha detto...

Stò leggendo "La felicità in questo mondo.
F.