lunedì, settembre 04, 2006

FLASH MISTICO/BUDDHISTA


Volevo puntualizzare meglio il mio pensiero, a proposito di quanto già scritto nel post il sentiero del Buddhismo del Loto. Per chi è addentro alla spiritualità e ne ha fatto esperienza, non ci sono tanti dubbi sul fatto che dietro la realtà fenomenica materiale (organica e inorganica) in cui viviamo immersi, così come dietro le dinamiche delle nostre vite, esiste una specie di Essenza assoluta. Come una radiazione di fondo, un flusso che soggiace a Tutto, lo struttura e lo sostiene secondo dinamiche ben precise, purtuttavia senza farne parte. Senza essere afferrabile e codificabile in modo definitivo.... Questa Essenza Ultima è stata da sempre percepita dagli uomini, che l' hanno concettualizzata e chiamata in vari modi, pur trattandosi di qualcosa che è oltre il ragionamento, il linguaggio, la constatazione empirica scientifica. Nelle religioni giudaico-cristiane, così come nell' Islam, tanto per fare esempi noti, questa specie di Essenza Ultima è stata concettualizzata in un essere antropomorfico (Jahvè, per gli Ebrei, poi il Dio cristiano e Allah per i musulmani); nelle religioni orientali invece si pensa più a un flusso, una vibrazione, un livello profondo di tutte le cose che le collega tra loro, appunto una specie di Essenza primigenica (il Tao per i cinesi, Il Brahman per i Veda, la Legge Mistica per il Buddismo - in particolare per quello di Nichiren Daishonin).... Sono due modi per riferirsi alla stessa qualità che permea tutto e lo regola. Il Buddhismo pensa all' universo come a una gigantesca entità che si muove secondo ritmi ben precisi, con tutto quanto comprende, noi inclusi ovviamente. Vi è una Legge dietro, che è la stessa per tutto. Impossibile afferrare con la mente questa Legge. Ma prima o poi, quasi tutti noi, in un momento delle nostre vite, ne facciamo l' esperienza....Per pochi, brevissimi attimi, la tocchiamo, ci allineamo a essa, che ne siamo consapevoli o meno. In realtà siamo sempre un tutt' uno con tale Essenza, ma non lo sappiamo, non lo sentiamo.... Vi sono vari mode e Vie per interagire con questa Legge, per riferirsi a essa, per codificarne il concetto, per sentirne l' energia. Secondo il monaco buddhista Nichiren Daishonin il modo migliore per chiamarla, evocarla, entrarvi in interazione, è recitare il mantra

Nam myoho renge kyo
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Molti agnostici o atei fondametalisti classificano la spiritualità - e le religioni in genere - come una "stampella psicologica" contro la paura del nulla e della morte. Mi sembra un po' troppo superficiale come lettura: è tutto relativo. Indubbiamente in parte e spesso il senso religioso è dettato dal bisogno di creare la prospettiva, la speranza di un "dopo" la cessazione della vita fisica (ma riguarda più che altro noi occidentali). Ci sono altre motivazioni però. Il senso spirituale può svilupparsi e scaturire da ben altri stimoli e/o esperienze, ricerche, percezioni, delle quali la paura della morte non è necessariamente lo stimolo assoluto. Non si può ridurre la spiritualità (e ce ne sono tante di spiritualità e concezioni) a un puro surrogato superstizioso solo perchè non ci si crede o non se ne conosce abbastanza.

In alcune correnti del buddhismo, per esempio, non c' entra assolutamente nulla la paura della morte, del grande "niente", tant è vero che le pratiche meditative sono volte ad arrivare propio alla totale estinzione, l'annullamento del propio "Io" nel nirvana. Questo partendo dal concetto che "dopo" c è una continuità (metafisica e fisica - la reincarnazione) da cui è auspicabile liberarsi, uscire. Come a dire: "guarda che dopo non c è il nulla, ma sarebbe meglio che ci fosse ed è il nostro obiettivo ottenere quella condizione di....nulla". Bisogna separare la superstizione, il senso religioso di basso livello, dallo spirito di ricerca, dalla percezione che il senso della realtà, delle cose, del tempo, del nascere e del morire è forse molto più profondo e vasto di quello che noi sappiamo e/o vediamo. Io non credo che millenni di sviluppo di religioni e vie spirituali, soprattutto in Oriente, sia nato sul nulla, o su motivazioni terra-terra: se uno si prende la briga di studiarci sopra ed approfondire scopre - ad esempio - che l' odierna scienza, la fisica atomica, è costretta ad arrivare alle stesse conclusioni scritte nei testi sacri dell' induismo e del buddhismo riguardo la natura della materia.... (cioè del fatto che "non esiste", pura questione di energia).
Poi la morte resterà sempre la prova del "nove", dalla quale però nessuno è mai tornato per dirci cosa c' è dopo. Come ha detto poco tempo fà un famoso scrittore di cui non ricordo il nome, che ha pubblicato un libro su questi argomenti:
"Da una parte non posso fare altro che constatare che il genere umano si differenzia da tutte le specie animali per la sua consapevolezza della propia morte, della fine fisica della vita. Ed è l' unica specie vivente che fà processioni e costruisce chiese e templi. Questo non può non farmi riflettere. Dall' altra parte, osservando l 'universo, le leggi fisiche e biologiche, la natura e la vita, non posso non pensare a qualcosa dietro alla straordinaria bellezza e complessità di tutto ciò."

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