mercoledì, settembre 06, 2006

IN MEMORIAM

Ieri, 5 settembre, Freddie Mercury avrebbe compiuto 60 anni. Vorrei ricordarlo con qualche impressione e memoria personale, evitando biografie e date (tanto è tutto abbastanza noto di lui). Inutile osservare che i Queen non avrebbero potuto essere quello che sono stati senza Freddie. Personalmente, trovo molto discutibile la recente operazione del resto della band che è stata in tournee con, come sostituto di Freddie, Paul Rodgers. Non metto in dubbio le qualità del "sostituto", ma mi sembra un voler lucrare a tutti i costi col vecchio, glorioso, "marchio di fabbrica"... E i Queen, le loro canzoni, senza Freddie e la sua voce e la sua presenza sul palco, sono come la pizza senza il pomodoro e la mozzarella, o come la birra "senza alcool". Per quanto mi riguarda, anche se ho avuto una formazione musicale (parlo di gusti) abbastanza eterogenea, che cambiò parecchio nelle varie fasi della mia vita, i Queen furono la mia prima "cotta" musicale in assoluto. Questa passione in certi momenti si è affievolita, ma prima o poi è sempre ritornata fuori, come è accaduto anche di recente. Avevo circa 16 o 17 anni quando scattò l' amore per loro ma, soprattutto, per Freddie e la sua strepitosa, potente, magica voce. Una voce che mi ha sempre catturato, sbalordito, ammaliato e dato emozioni che non ho provato così per altri artisti o cantanti. Quel suo timbro, quel suono alto, femminile quasi, estesissimo, dal vibrato "retrò" (vicino a Edith Piaf forse?) e con un che di ...."boehemien" eppure, allo stesso tempo, nuovo e mai sentito prima. Una voce che era musicalità, melodia e magia allo stato puro. Unica. Irripetibile. Inimitabile. E non credo di avere esagerato nel tentare di descriverla. Ricordo le prime volte che sentivo "Bohemian Rhapsody": questo misto tra rock e opera, voci possenti, piano e ovviamente la leggendaria parte di voce di Freddie, all' inzio e alla fine. Un pezzo che venne giudicato troppo lungo, ma ebbe un successo clamoroso, anche se, come molte canzoni dei Queen, venne preso "sottogamba" da parte di parecchia critica giornalistica musicale. Troppo barocchi, pomposi - scrivevano - e collegati al "vecchio" rock anni '70, che di lì a poco sarebbe stato sbeffeggiato e messo in secondo piano dall' avvento del punk e della new wave... Eppure "Bohemian Rhapsody" e tutto il resto che hanno fatto i Queen, non solo è rimasto, ma viene continuamente riscoperto,"coverizzato" e rivalutato. Mi suona sinistra la notizia che ieri le autorità dello Zanzibar (l' isola di origine di Freddie) si sono, mi pare, dissociate, o comunque non appoggiavano la festa che si è tenuta in suo ricordo "perchè è un disonore associare uno come Freddie (omosessuale) a una comunità devota all' Islam"... Non sono per niente razzista e, anzi, da buddhista ho valori legati alla tolleranza, al rispetto e all' integrazione tra culture, in questo pianeta che stà sempre diventando più piccolo e povero di risorse per tutti. Ma... mi chiedo se sia giusto qui in Italia dare il voto a persone la cui matrice religiosa poi non favorirebbe il valore laico (e quindi di rispetto verso tutte le diversità) della nostra costituzione. Siamo già abbastanza penalizzati - in questo senso - dal "macigno" della Chiesa Cattolica e del Vaticano. Freddie era certamente un tipo "sopra le righe" in tutto ma, rispetto la sua omosessualità, penso fosse qualcuno che la viveva come una parte di sè, non come un elemento "centrale" della sua vita: era solo un pezzo di quel particolarissimo mosaico. Grande onore e memoria a lui.


1 commento:

Anonimo ha detto...

e io mi unisco a te nel ricordare il magico Freddie. ciao :)