domenica, novembre 26, 2006

UN SOCIETA' DI PAZZI CHE SI FINGONO IMMORTALI


"Questa società assassina e folle, inquinata e puzzolente, che mangia cibo spazzatura e scopa poco e male, questa società volgare, sessuofoba e pornografica drogata di shopping e di ansiolitici, alcolizzata e cocainomane non ha rimorsi, non inorridisce davanti all'enormità dell'orrore perchè è totalmente sprovvista del senso della sacralità del mondo. Non ha rispetto. Proprio perchè non vede nulla oltre ai corpi e ai sassi. Ma non è stata capace di uccidere Dio lo ha solo trasformato in un regista di reality show. La vita è ridotta a un cumulo di cause e effetti, acquisti e drammi senza né capo né coda. Non c'è un disegno divino, una missione individuale, un dovere sociale, un'aspirazione superiore. Non c'è niente altro che denaro e vantaggi spiccioli. E questo deserto filosofico e emotivo è il blocco che impedisce agli umani di esaltarsi per il solo fatto di esistere, emozionarsi per i tramonti, prendere la vita appieno, farla propria, viverla. E' questa mancanza di SENSO DELLA VITA a far sì che la gente non abbia dignità, non si ribelli, non sia solidale, innamorata, artistica. Una razza di suicidati spirituali che non hanno il coraggio di pensare a quando la loro vita finirà (di certe cose non si parla mai, è maleducazione come grattarsi e sbadigliare). Una società di pazzi che fingono di essere immortali guardando ogni giorno l'agonia di 100 morti ammazzati in tv."

(Jacopo Fò, dal suo blog)

Avevo già pubblicato queste parole di Jacopo Fò tempo fà, in un' altro post. Ogni tanto le rileggo e siccome le trovo tremendamente realistiche e attuali, mi è venuto di metterle in questo nuovo post. Descrive molto bene il "sonno" in cui gran parte delle persone vive immersa, purtroppo.

sabato, novembre 25, 2006

SULLE ORME DI ROCCO

NON C' E' PIU' RISPETTO?

In questi giorni, sui quotidiani e in TV, si sono visti parecchi confronti sul tema del "rispetto" per le figure religiose e in particolare per il Papa. Lo spunto ovviamente viene dalle recenti lamentele del segretario di Ratzinger, don Georg Genswein, che dice: "Spero che smetta subito (la satira)". Genswein è oggetto della strepitosa imitazione di Fiorello su Radio 2, ma anche il Papa stesso a opera di Maurizio Crozza, oltre che la Littizzetto con "Eminence" Card. Ruini. a "Che tempo fà" su Rai 3. Non è certo la prima volta che la satira diviene causa di polemiche e critiche. Guarda caso, quando avviene, sono quasi sempre personaggi di un certo tipo che se la prendono (vedi un Berlusconi, su tutti). Cioè: quelli troppo pieni di sè e che si prendono troppo sul serio; quelli che hanno problemi a mettersi in discussione e concepire che dall' altra parte può (e deve esistere) un contradditorio, una critica, una coscienza che possiede punti di vista diversi e che li esprime usando l' humor e il paradosso comico. Soprattutto, quelli che non concepiscono che esista totalmente libertà d' espressione (o dovrebbe esistere)... Riguardo al concetto di rispetto, poi, il discorso è "lungo". Per il segretario di Ratzinger, e quelli come lui, "rispettare" significa non sbeffeggiare le figure religiose importanti. Per me invece si può mancare di rispetto in molti altri modi. Si manca di rispetto giudicando e condannando continuamente "le diversità", le identità (sessuali, morali, spirituali, politiche) del prossimo, imponendole la propia visione delle cose, inquadrandole in parametri religiosi relativi e discutibili. Si manca di rispetto invadendo continuamente la dimensione laica dello Stato, dettando anatemi e dogmi su etica, sessualità, morale, famiglia. Si è irrispettosi dell' aspetto pubblico e pluralista della TV di stato, cercando di impedire la messa in onda di un film televisivo, solo perchè parla di due donne lesbiche sposate... Cioè: in TV si deve vedere solo una parte della realtà e delle cose. Si manca di rispetto parlando di altre religioni e - indirettamente - lanciando allusioni al fatto che la propia "è meglio". Si manca di rispetto per la vita, di fatto causando migliaia di morti per HIV, negando, per anni la necessità per l' uso del profilattico, in nome di una sessualità che deve essere solo in funzione della procreazione. Si manca di rispetto abusando di bambini, soprattutto se si porta una tonaca, in un confessionale o in una canonica. La lista è lunga e potrei continuare. La incapacità di don Georg Genswein e compagnia bella a lasciarsi scivolare sopra la satira, è direttamente proporzionale alla loro "coda di paglia" e a una Chiesa che è regredita, invece che evolversi come era nell' input del Concilio Vaticano II. E' direttamente proporzionale alla loro incapacità a essere e pensare - e soprattutto agire - come quell' uomo che 2000 anni fà apostrofò duramente una corte di seriosi, aridi e crudeli scribi e farisei, che stavano per lapidare una certa Maddalena, rea di essere una adultera.

venerdì, novembre 24, 2006

A COLDPLAY' S TREASURE



COLDPLAY "TALK" - (2005)

Li ho scoperti tardi i Coldplay. Cioè: avevo visto/sentito le canzoni e i video distrattamente... Capivo che mi piacevano. Sono indubbiamente un gruppo che porta in sè molto di un certo passato della musica "anni '80", anche se rielaborata in modo originale. Il loro sound è decisamente bello, fascinoso, raffinato; la voce di Chris Martin penso che possieda quella particolarità che era propia solo a certi artisti e rock star degli anni 70/80... Cioè: al di là dell' essere dotato, è una questione di personalità, del creare uno stile immediatamente riconoscibile. Di quelli che poi verranno imitati, o adottati come termine di paragone. Questo pezzo, "Talk", è uno dei miei prediletti dall' album "X & Y". Il video lo trovo incantevole e anche un po' buffo, nel suo citare un film del 1956: "Il pianeta proibito", un classico della fantascienza.

giovedì, novembre 23, 2006

SOTTO IL CIELO DI NOVEMBRE

E' il momento di un po' di riflessioni generali "about me". Dunque vediamo:
Lavoro... Ci avviciniamo a Dicembre e al Natale. Come sempre in questo periodo dell' anno, avvertiamo tutti la stanchezza che incombe. Qualcuno dei pazienti è entrato nella fase "schizzo" e può essere molto pesante averci a che fare nella lunga scadenza (per chi legge, eventualemente, e non sa che lavoro faccio: sono operatore di base e lavoro in una residenza sanitaria per handicappati psico-fisici adulti). In questo frangenti, tutte le peggiori dinamiche del gruppo di lavoro e dell' atteggiamento di alcuni colleghi "in difficoltà", si esasperano e degradano rapidamente. Spero, prego, che alcuni elementi presto se ne vadano di lì... Amore e "nuove conoscenze". C è qualche news, qualche contatto nuovo da approfondire, sembrano tutti interessanti quei 2 o 3 che sono più recenti (tutti derivati dai siti web a tematica e conseguente contatto chat). Bisogna vedere quanto queste persone hanno veramente voglia di fare il passaggio dal "virtuale" al "reale"... Devo cercare di muovermi nel modo più saggio che sò: zero aspettative. Tanto il mondo delle conoscenze web - e soprattutto quelle gay - è fatto alla fine, all' 80%, di persone che tendono a fuggire dopo che ti hanno conosciuto. Il concetto "approfondimento" non esiste più e questo non esclude il sesso, che al massimo - se succede - è una o due volte. E' sciocco lo so, ma a volte mi chiedo se ho senza saperlo la peste bubbonica, o emetto vibrazioni così respingenti; oppure chissà quale cazzo di messaggio lascio passare involontariamente. Tuttavia rispetto il passato sono molto più distaccato, sereno, pieno comunque di speranza. Osservo intorno a me e vedo che tutti (o quasi) vorrebbero l' amore, ma in realtà cercano solo sesso o una distrazione per le propie solitudini - e il "gay medio" può sentirsi solo per diversi aspetti - che il mondo web può temporaneamente alleviare. Ovviamente, molto falsa come sensazione e situazione. E chi trova l' amore, poi, dopo poco si lamenta o inizia a parlare dei problemi relativi alla coppia.... Dopo un po' di tempo ancora, una parte delle coppie, con varie motivazioni, ha bisogno di allargare il sesso a "terzi" diventando la cosidetta coppia "aperta"; oppure inziano i tradimenti. Buddhismo. L' effetto post-meeting di Roma continua. Anche se studio meno di prima, riesco a restare abbastanza saldo nella pratica, che è almeno un' ora al giorno di Daimoku... Il pensare di avere il mezzo del Buddhismo nella mia vita, con tutti gli annessi, resta sempre per me motivo di entusiasmo e forza. Sento che è lì (davanti al Gohonzon e recitando la Legge Mistica) che c' è la chiave di volta per trasformare le cause e rifletterne l' effetto nel reale delle nostre vite. Solo questo è già sufficente a essere felici, a prescindere da tutto. Mia sorella è tornata ieri dalla Birmania, dove è stata in vacanza un mese col suo ragazzo. Hanno visto Buddha di tutte le dimensioni e forme, una marea di templi buddhisti e monaci vari, con relativi monasteri. In Birmania è diffuso il Buddhismo della corrente più antica (Hinayana) e anche se non è dichiarata come religione ufficiale, di fatto lo è. Mi ha portato a casa una piccola statuetta di Shakyamuni nella classica posizione seduta in meditazione. Ho recitato molto per la protezione del loro viaggio e della vacanza.... Mi ha raccontato che là ha fatto molti sogni dove ha ricevuto la "visita" di nostri defunti di famiglia che non ha mai sognato, o non sognava da anni e anni, tutti in un aspetto molto positivo e comunicante "benessere"...L' ho sentito come un effetto delle mie preghiere sugli "shoten zenjin" (forze protrettrici dell' ambiente) che si sono manifestati anche in quel modo. Inoltre sono stati in visita in un monastero, dove hanno fatto una donazione. Il monaco in cambio li ha sottoposti a una specie di "benedizione buddhista", facendogli recitare una preghiera e donadogli un libro con i primi insegnamenti di Shakyamuni. Durante la vacanza hanno anche conosciuto due donne buddhiste siciliane (le uniche italiane incontrate), praticanti quello della nostra corrente, cioè quello di Nichiren Daishonin. Tutti questi fatti e circostanze mi sono sembrati di buon auspicio e "a ritmo", come si suol dire.

martedì, novembre 21, 2006

UNA CANZONE PER RIDERE E SPERARE :)



DURAN DURAN "WHAT HAPPENS TOMORROW" - (2005)

Semplicemente, una grande, bella canzone, che pur se orecchiabile, non ti stancheresti mai di sentire... Ci associo le mie riflessioni più piene di speranza per il futuro. Per un "bel futuro", non solo mio, ma di tutti gli esseri umani. E' una gara dura visti i tempi che viviamo, ma bisogna pur pensare anche così, ogni tanto. La nomino musica per un mio "spot immaginario", dedicato a tutti quelli che non si scordano mai, ogni tanto, oltre che di sperare, anche di ridere un po' di se stessi e della vita. Qui di seguito la traduzione.


BAMBINO, NON PREOCCUPARTI, E' GIA' ABBASTANZA CHE STAI CRESCENDO IN FRETTA.
TI BUTTANO GIU' LE NOTIZIE CHE TI VENDONO,
PER METTERTI IN TESTA CHE TUTTO IL GENERE UMANO E' UN FALLIMENTO.

MA NESSUNO SA COSA SUCCEDERA' DOMANI
CERCHIAMO DI NON MOSTRARE
QUANTO SPAVENTATI SIAMO.

SE MI AMI TI PROTEGGERO'
IN OGNI MODO POSSIBILE.
DEVI CREDERE
CHE ANDRA' TUTTO BENE ALLA FINE.

LOTTANDO, PERCHE' SIAMO COSI VICINI
CI SONO DELLE VOLTE IN CUI PUNIAMO LE PERSONE DI CUI ABBIAMO PIU' BISOGNO,
MA NONOSTANTE TUTTO NON POSSIAMO ASPETTARE UN SALVATORE
SOLO NOI SIAMO RESPONSABILI PER QUESTO COMPORTAMENTO.

E NESSUNO SA
COSA ACCADRA' DOMANI
CERCHIAMO DI NON MOSTRARE
QUANTO SPAVENTATI SIAMO.

SEMBRERESTI IN SOLITUDINE
SE TU FOSSI L'UNICA STELLA NELLA NOTTE?

DEVI CREDERE
CHE ANDRA' TUTTO BENE ALLA FINE
DEVI CREDERE
CHE ANDRA' TUTTO BENE DI NUOVO.

IL TEMPO E' UNA GOMMA, UN FIUME SILENZIOSO E GHIACCIATO (CHE CI CONGELA)
CHE SCORRE PROFONDO, PROFONDO E VELOCE
ABBASTANZA DA PERDERSI NELLA CORRENTE
SPAZZANDO VIA TUTTO
QUESTE PICCOLE VITE SIGNIFICANO TUTTO.

E NESSUNO SA
COSA ACCADRA' DOMANI
ALLORA NON LASCIARTI ANDARE
SIAMO ANDATI LONTANI

STRINGI LA MIA MANO PER FAVORE
CAPISCIMI
NON SEI MAI SOLO

sabato, novembre 18, 2006

BAUHAUS' SPIRIT



BAUHAUS "SPIRIT" - (1982)

Oggi mi è ritornata alla mente questa canzone. E ovviamente loro: i folletti/spettri della musica gothic-dark anni '80, i Bauhaus... Che veramente, assieme ad altri, l' hanno inventata. I discorsi sulla nostalgia sarebbero retorici. Non li faccio, e mi godo il pezzo che non è magari uno dei più conosciuti, forse nemmeno uno dei loro vertici, ma a me piace. E poi vale la pena vedere lo spettro Peter Murphy che svolazza e si muove come solo lui sapeva fare, con quegli occhi ghiaccio...

giovedì, novembre 16, 2006

NATURA DOCET

"In uno zoo della California una tigre ha partorito tre cuccioli, che però, essendo nati prematuri, sono morti qualche giorno dopo. I veterinari si sono ben presto resi conto che la tigre, a causa della perdita dei cuccioli, deperiva ogni giorno di più e appariva abulica e depressa. Per tentare di risolvere la faccenda, decisero di "affittare" una cucciolata di tigrotti da un altro zoo, ma purtroppo non ve n'erano di disponibili. A quel punto venne a loro in mente che talvolta certe specie si prendono cura dei cuccioli di altri animali e iniziarono di nuovo la ricerca.Gli unici cuccioli disponibili erano dei maialini nati da poco. Li portarono allo zoo, misero loro delle pelli di tigre e...guardate le foto per il lieto fine della storia.... Cattolici, mussulmani, buddisti, ecc.ecc. spesso non trovano accordo. Noi, che non riusciamo a sopportare neanche il vicino di scrivania, impariamo dagli animali...."

mercoledì, novembre 15, 2006

LO SPECCHIO DELLA VITA


IL GOHONZON

È l’oggetto di culto per chi pratica il Buddismo di Nichiren Daishonin. Quale è il suo significato? Che funzione ha? Perché serve un oggetto di culto? Perché si custodisce con tanta devozione?

L’esigenza, spesso inconscia, di avere qualcosa verso cui dirigere i propri sforzi, la propria ambizione, è qualcosa di innato negli esseri umani. È del tutto naturale, entro certi limiti, desiderare, ad esempio, una buona carriera lavorativa o una sicurezza economica. Le cose si complicano quando denaro, successo, cultura o quant’altro finisce per occupare il centro dell’esistenza e tutti i valori della nostra vita si strutturano in base a questo obiettivo supremo, legando a esso tutta la nostra felicità. In un certo senso, stiamo creando un oggetto di culto. Scriveva a proposito Richard Causton: «L’esigenza di avere un oggetto di culto non è tipica soltanto della religione. Ciascuno di noi, in modo più o meno consapevole, se ne crea uno che, anche se astratto e personale, assolve la stessa funzione dell’oggetto di culto religioso: fornire cioè un punto di riferimento verso cui indirizzare le proprie ambizioni, le speranze, i desideri. Per molti la famiglia viene posta al di sopra di tutto, altri mettono al primo posto la carriera, il denaro, i beni materiali, la cultura, un cantante, un divo del cinema, gli animali. Un oggetto di devozione è ciò per cui viviamo, su cui basiamo la nostra felicità, e che influenza ogni aspetto della nostra vita. Spesso capiamo quale sia questo oggetto solo nel momento in cui lo perdiamo: quando il nostro compagno o compagna ci lascia, quando ci viene rubata la macchina, quando la nostra promettente carriera si blocca». Il punto è allora: su che cosa stiamo basando la nostra vita? O ancora, a che cosa ci stiamo appoggiando? Finché ci ancoriamo a qualcosa di esterno a noi, qualcosa di mutevole come tutto ciò che ci circonda, saremo come una banderuola in balia dei venti. Nichiren Daishonin iscrivendo il Dai-Gohonzon fornì il corretto oggetto di culto a tutta l’umanità: perfetto, puro e immutabile. E dentro la vita: «Non cercare mai questo Gohonzon al di fuori di te…» scrive a una sua seguace (Gli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 4, p. 203).
E continua: «Una donna che si dedica al Gohonzon attira la felicità in questa vita e nella prossima il Gohonzon sarà con lei e la proteggerà sempre. Come una lanterna nell’oscurità, come un forte braccio che ti sostiene lungo un sentiero infido, il Gohonzon ti proteggerà, signora Nichinyo, ovunque tu vada». Quindi l’unica cosa a cui conviene “appoggiarsi” è il Gohonzon.

Perfettamente dotato
Come è possibile che in un mondo in continuo mutamento esista qualcosa con queste caratteristiche? In altre parole che cos’è il Gohonzon? In varie lettere e trattati Nichiren ha cercato di rispondere a questo interrogativo. Scrive ad esempio: «Io, Nichiren, ho iscritto questo Gohonzon in sumi (inchiostro cinese, n.d.r.) trasfondendovi la mia anima, perciò credi in esso» (ibidem, p. 150). Il Gohonzon rappresenta quindi la vita del Budda Nichiren e mandala, il termine che usa il Daishonin per descriverlo, in sanscrito vuol dire “perfettamente dotato”, perfettamente dotato della condizione vitale della Buddità. Qual è la differenza tra la vita descritta nel Gohonzon e la nostra? Nel Gohonzon tutte le caratteristiche e le funzioni che noi stessi possediamo sono ordinate, anzi illuminate, dalla Buddità, in perfetta armonia con la Legge mistica, la Legge universale della vita. Possiamo dire che il Daishonin si è illuminato a questa Legge universale e ha concretizzato questa perfetta fusione tra la persona e la Legge (o, se vogliamo, tra la realtà oggettiva e la sua saggezza) in un mandala. Al centro dell’Oggetto di culto infatti appare la scritta Nam-myoho-renge-kyo Nichiren. Quando pensiamo all’iscrizione del Gohonzon da parte di Nichiren non dobbiamo pensare a una semplice copiatura o a un’operazione tecnica. Nel Gohonzon egli trasfuse tutta la sua forza, la sua convinzione, la sua determinazione: «Si dice che il leone, re degli animali, avanzi tre passi poi si raccolga su se stesso per saltare, sprigionando la stessa potenza nel catturare una piccola formica o nell’attaccare un animale feroce. Nell’iscrivere questo Gohonzon per la sua protezione, Nichiren è uguale al re leone. Questo è ciò che intende il Sutra con “la forza di un leone all’attacco”» (ibidem, p. 149).

Chi va con lo zoppo…

Nichiren trasmise la sua condizione vitale di Budda nell’oggetto di culto. Recitando Daimoku davanti al Gohonzon, quest’ultimo agisce da causa esterna permettendoci di manifestare la nostra Buddità, anche se non ne siamo sempre consapevoli. Una lettera scritta da una persona che ci ama è in grado di risvegliare in noi lo stesso sentimento. Anche la musica o la poesia è in grado di farci rivivere la condizione vitale del suo autore. Altrettanto si può dire per i quadri, le opere d’arte in generale o le opere architettoniche: esse attivano in noi precise condizioni o stati vitali. Tornando ogni giorno, mattina e sera, di fronte alla vita di Nichiren, manifestiamo sempre più la sua stessa mente, cioè la stessa condizione vitale. Il desiderio del Daishonin, come del resto quello dei Budda che lo hanno preceduto, era che tutte le persone potessero ottenere il suo stesso stato vitale, diventando forti, coraggiose e felici. Analogamente Shakyamuni manifestava nel Sutra del Loto il «desiderio di rendere tutte le persone uguali a me». Il loro scopo fondamentale, in altre parole, era quello di permettere a tutte le persone di ottenere il supremo stato vitale della Buddità. Iscrivendo il Gohonzon, Nichiren diede lo strumento per realizzare questa fusione tra il maestro e il discepolo, per ottenere la sua stessa mente, superando in questo modo, per altro, ogni possibile problema di trasmissione dell’insegnamento tra il fondatore e i seguaci. Un vecchio proverbio recita: «Chi va con lo zoppo impara a zoppicare». Attraverso il nostro contatto quotidiano con la vita illuminata di Nichiren, grazie all'incessante relazione con la Buddità espressa nel Gohonzon, la nostra tendenza vitale dominante si stabilizza pian piano sul mondo di Budda. È proprio come un ago che avvicinato a una calamita si magnetizza o, per usare un esempio caro al Daishonin, come il rovo che, crescendo in un campo di canapa, “impara” a crescere dritto.

Dentro la vita
Il Gohonzon da un lato è un oggetto, e quindi fuori di noi, ma rappresenta qualcosa che ognuno, in maniera più o meno manifesta e consapevole, possiede nel proprio intimo. Ed è questa preziosa gemma che ciascuno possiede, la vita del Budda, il nostro vero oggetto di culto. Quando si parla di religione o di oggetto di culto si è naturalmente portati a pensare a una relazione con un essere superiore, ma questa relazione di subalternità è assolutamente estranea al Buddismo di Nichiren Daishonin. Ottenendo la Buddità non riceviamo qualcosa dall’esterno ma risvegliamo qualcosa che dormiva dentro di noi, proprio come leggendo un racconto allegro risvegliamo la gioia o leggendo una lettera della persona amata ci si infiamma il cuore. Chiarisce difatti Nichiren: «Il Gohonzon esiste nella carne di noi persone comuni che abbracciamo il Sutra del Loto e recitiamo Nam-myoho-renge-kyo» (ibidem, pp. 203-204). Quando riveriamo e riponiamo fede in questo oggetto di culto, quando rispettiamo la vita, quella nostra e quella altrui, e la consideriamo il bene più prezioso, il Gohonzon la protegge, proprio come una persona che inchinandosi verso uno specchio vede l’immagine riflessa che si inchina verso di lei. «Quando uno abbraccia questo mandala, tutti i Budda e tutti gli dèi si raduneranno intorno a lui accompagnandolo notte e giorno, come i guerrieri proteggono il loro signore, come i genitori amano i loro figli, come i pesci dipendono dall’acqua, come gli alberi e le piante desiderano la pioggia, come gli uccelli si affidano agli alberi. Devi riporre la tua fiducia in esso» (ibidem, vol. 7, pag. 245).

Fede e comprensione
Il Budda Shakyamuni espresse la sua Illuminazione nel Sutra del Loto rappresentando la sacralità della vita, cioè la suprema condizione della Buddità, con una torre preziosa, uno straordinario e gigantesco edificio ricoperto di gioielli che emerge dalla terra e si solleva in aria assieme a tutta l’assemblea. Il saggio cinese T’ien t’ai rivelò la sua Illuminazione, cioè la stessa perfetta comprensione della vita, nel Maka Shikan, in particolare attraverso il principio di ichinen sanzen, dove i fondamenti del Sutra del Loto assumono forma organica. L’illuminazione di Nichiren è espressa nel Gohonzon, che raffigura la torre preziosa e il principio di ichinen sanzen: «Questo mandala – spiega il Daishonin – non è in alcun modo un’invenzione di Nichiren … È l’Oggetto di culto che descrive perfettamente il Budda Shakyamuni nella torre preziosa e tutti gli altri Budda che erano presenti, così fedelmente come la stampa riproduce la matrice».
Ma non stiamo parlando di luoghi fantastici o paradisi lontani: «Non esiste altra torre preziosa che gli uomini e le donne che abbracciano il Sutra del Loto» scrive Nichiren a un credente che aveva spedito delle offerte. «Abutsu-bo è la torre preziosa stessa, e la torre preziosa è Abutsu-bo stesso. Senza questa consapevolezza tutto il resto è inutile… Potresti pensare di aver fatto offerte alla torre preziosa del Budda Taho, ma non è così. Tu stesso sei un vero Budda che possiede le tre virtù dell’illuminazione. Recita Nam-myoho-renge-kyo con questa convinzione. Allora il luogo dove reciti Daimoku è il luogo della torre preziosa» (ibidem, vol 4, pag. 212). Così, condotti da Nichiren, siamo giunti al punto cruciale: occorre una “consapevolezza” senza la quale «tutto il resto è inutile», è necessaria una “convinzione” per innescare il processo verso la Buddità, per fare del luogo dove conserviamo il Gohonzon il «luogo della torre preziosa». In effetti, parlando del Gohonzon, abbiamo finora cercato di spiegare qualcosa che è per sua natura difficile da spiegare e difficile da comprendere proprio perché è l’essenza dell’illuminazione di Nichiren. Abbiamo cercato di far diventare comprensibile qualcosa che sfugge alla comprensione logico-razionale: il Gohonzon si comprende solo con la fede. Il Gohonzon si attiva solo con la fede. «Credi in questo mandala con tutto il tuo cuore. Nam-myoho-renge-kyo è come il ruggito del leone. Quale malattia può quindi essere un ostacolo? […] Tutto dipende dalla tua fede. Una spada sarà inutile nelle mani di un codardo (…) Raccogli la tua fede e prega questo Gohonzon. Allora cosa non può essere realizzato?» (ibidem, pp. 149-150). Addirittura la sua iscrizione, avvenuta il 12 ottobre del 1279, è stata possibile solo dopo che i discepoli avevano dimostrato una fede incrollabile, mostrandosi pronti a sacrificare la propria vita pur di non abbandonare la fede. Senza questa fede il Gohonzon sarebbe stato (e sarebbe tutt’ora) del tutto inutile.

(da Buddismo e Società n.96 gennaio febbraio 2003
Principi fondamentali: "Il Gohonzon" di Lodovico Prola)


DESCRIZIONE DEL GOHONZON


Cosa c'è scritto nel Gohonzon?

«Questo
mandala non è in alcun modo un'invenzione di Nichiren. È l'Oggetto di culto che descrive perfettamente il Budda Shakyamuni nella Torre Preziosa e tutti gli altri Budda che erano presenti, così fedelmente come la stampa riproduce la matrice. I cinque caratteri del Sutra del Loto sono iscritti al centro della Torre preziosa, mentre i quattro Re celesti sono seduti ai quattro angoli. I Budda Shakyamuni e Taho e le quattro guide dei Bodhisattva della Terra sono allineati in alto. Seduti sotto di loro sono i bodhisattva Fugen e Monju e gli uomini di Studio, inclusi Shariputra e Maudgalyayana. A fianco di questi stanno gli dèi del sole e della luna, il Demone del sesto cielo, il Re Drago e Ashura; Fudo e Aizen si collocano rispettivamente a sud e a nord. Ci sono anche il perfido traditore Devadatta e l'ignorante figlia del Re dei Naga. Il demone Kishimojin appare con le sue dieci figlie, che succhiano la linfa vitale delle persone in tutto l'universo. Sono presenti anche le divinità guardiane del Giappone: Tensho Daijin e il bodhisattva Hachiman in rappresentanza dei sette ranghi di dèi celesti, dei cinque ranghi di dèi terreni e di tutte le altre divinità maggiori e minori. Dal momento che tutti gli dèi appaiono nella loro essenza, devono apparire anche nelle loro manifestazioni. Il capitolo Hoto afferma: "Tutta l'assemblea stava sollevata in aria". Nel Gohonzon dimorano tutti i Budda, bodhisattva e grandi santi, come pure gli otto gruppi di esseri senzienti dei due regni che appaiono nel primo capitolo del Sutra del Loto. Illuminati dai cinque caratteri della Legge mistica, rivelano la natura illuminata che possiedono intrinsecamente. Questo è il vero Oggetto di culto»
(
Il vero aspetto del Gohonzon, SND, 4, 202).

Un'immagine da leggere con il cuore, più che con gli occhi. Anzi, concentrarsi sul significato di ogni singolo ideogramma può addirittura allontanarci dal sentire quella profonda relazione con la vita del Budda che Nichiren voleva esprimere iscrivendo il Gohonzon. Fatta questa premessa e data quindi la giusta dimensione all'aspetto descrittivo, proviamo a fare una "mappa" del Gohonzon. Il Gohonzon davanti al quale noi della Soka Gakkai stiamo praticando attualmente, stampato da una matrice realizzata a partire da un Gohonzon iscritto il 13 giugno del 1720 dal patriarca Nichikan, riproduce molto fedelmente il Dai-Gohonzon.
Qui riportiamo la descrizione del Gohonzon di Nichikan. Gli ideogrammi - cinesi antichi e giapponesi - si possono dividere in "blocchetti". Al centro, dall'alto, c'è scritto "Namu-myoho-renge-kyo Nichiren". Nel blocchetto in alto a sinistra, dall'interno, si trovano raffigurati Shakyamuni che rappresenta la saggezza soggettiva, l'insegnamento originale e i benefici interiori, e le guide dei Bodhisattva della Terra Jyogyo (Pratiche Pure) e Anryugyo (Pratiche Salde). Il bodhisattva Jyogyo rappresenta la purezza, la forza vitale senza i vincoli della sofferenza dovuti ai desideri terreni e al karma. Il bodhisattva Anryugyo rappresenta la capacità di godere pienamente della vita e il potere di cambiare qualunque circostanza in gioia e valore. Nell'altro blocchetto, quello di destra, partendo dall'interno, sono raffigurati il Budda Taho (Molti Tesori) - che simboleggia la realtà oggettiva, l'insegnamento transitorio e i benefici manifesti - e le altre due guide dei Bodhisattva della Terra, Jogyo (Pratiche Superiori) e Muhengyo (Pratiche Illimitate). Jogyo rappresenta la capacità di far emergere la consapevolezza della propria identità e la motivazione per avanzare e crescere. Muhengyo rappresenta la saggezza, la capacità di espansione senza limiti, la fiducia nell'eternità. Poiché nel Gohonzon è rappresentata la vita in tutti i suoi aspetti, molti dei personaggi corrispondono ad alcuni dei dieci mondi. Shakyamuni e Taho simboleggiano il mondo di Buddità. Le guide dei quattro Bodhisattva della Terra il mondo di bodhisattva. Nei due blocchetti sottostanti si trovano: a sinistra Taishaku (in sanscrito Shakra, Indra), Gatten (il dio della luna) e Myojoten (il dio delle stelle); a destra Bonten (in sanscrito Brahma), Dai-Rokuten-no-mao (in sanscrito Mara, il demone del sesto cielo) e Nitten (il dio del sole). Simboleggiano tutti il mondo di Estasi. La rappresentazione dei dieci mondi continua nei blocchetti ancora sottostanti: a sinistra si trovano le Jurasetsunyo (Avidità), e il re drago Ryu-o (Animalità). A destra, Kishimojin, madre delle dieci Jurasetsunyo (Avidità). Negli ultimi blocchetti in basso, proprio accanto ai due ideogrammi di Nichiren, vi sono a sinistra Hachiman (divinità protettrice), seguita dal Gran Maestro Dengyo (che indica la corretta trasmissione della Legge). In questa zona compaiono anche la firma del patriarca "autore" del Gohonzon e la frase «Copiato rispettosamente». A destra, dall'interno, si trovano invece la divinità protettrice Tensho Daijin e il Gran Maestro T'ien-t'ai (che ha la stessa funzione di Dengyo). È qui che compare la frase «Questo grande mandala non è mai apparso in tutto il mondo nei duemiladuecentotrenta e più anni dalla morte del Budda». Gli ideogrammi più esterni, quelli che ai quattro lati chiudono il Gohonzon, rappresentano i Re Celesti, che simboleggiano la purificazione dei sensi e proteggono i quattro angoli dell'universo, e altre divinità protettrici. A sinistra, in alto si trova Bishamontenno e in basso Zochotenno. Bishamontenno è l'udito, la sua purificazione, la capacità di ascoltare gli insegnamenti del Budda e di proteggere coloro che praticano il Buddismo. Zochotenno rappresenta la libertà dai bonno, i desideri terreni, e, in senso più ampio, dalle sofferenze. Al centro, in sanscrito antico, è indicata Fudo Myo-o, una divinità protettrice che rappresenta il principio di shoji soku nehan (le sofferenze di nascita e morte sono nirvana). Nei tre blocchetti all'estrema destra, in alto si trova Jikokutenno (mantenere il paese sicuro e pacifico) e in basso Komokutenno (focalizzarsi sulla natura demoniaca e trasformarla), gli altri due Re Celesti. Al centro si trova, in caratteri del sanscrito antico, Aizen Myo-o, una divinità protettrice che rappresenta il principio di bonno soku bodai (i desideri terreni sono Illuminazione). In basso al centro si trova, poi, la data di iscrizione del Gohonzon, 13 giugno del quinto anno di Kyosho (1720). Vi sono inoltre due frasi: in alto a destra, tra Komokutenno e Muhengyo, c'è scritto «Alla persona che calunnia si romperà la testa in sette pezzi»; in alto a sinistra, tra Bishamontenno e e Anryugyo, c'è scritto «Chi loda accumula fortuna oltre i dieci nomi del Budda».

La Torre preziosa
Questa è allora la scena che abbiamo davanti agli occhi: in alto Shakyamuni e Taho, l'uno che espone il Sutra del Loto, l'altro che ascolta rapito e beato ed esclama: «Eccellente, eccellente! [...] tutto ciò che hai esposto è la verità!» (SDL, 222). Di lato, di sotto, a destra e a sinistra, Budda, bodhisattva, re, divinità protettrici, esseri divini ma anche demoniaci. Tutti "seduti" intorno a Namu-myoho-renge-kyo e a Nichiren, come se rendessero omaggio a questa Legge universale, come se partecipassero a una cerimonia il cui centro, Nam-myoho-renge-kyo, risuona e risplende. E in effetti partecipano davvero a una cerimonia.
La cerimonia dell'apparizione della Torre preziosa, che emerge dalla terra e si libra in cielo, raccontata nell'undicesimo capitolo del Sutra del Loto. Una scena di grande meraviglia, di infinita magia, che rende con parole poetiche e toccanti quello che si riesce a percepire sedendosi di fronte al Gohonzon e recitando Nam-myoho-renge-kyo. Quando per la prima volta si sente che la vita è infinita. Che è un accumulo di gioielli. Che è vasta come l'universo. Che si innalza nel cielo e affonda le radici nella terra. Che proprio lì, proprio dove queste radici si ramificano, diventano forti, crescono e si nutrono, proprio lì dove ci sono la sofferenza e l'arroganza, il dolore e la gioia, proprio lì, si trova anche uno stato perfetto. «Nello specchio della Torre preziosa (cioè del Gohonzon) - dice Daisaku Ikeda nella Saggezza del Sutra del Loto - vediamo la Torre preziosa che esiste dentro di noi, percepiamo che noi stessi siamo la Torre preziosa» (La saggezza del Sutra del Loto, Esperia, vol. 2, p. 105). Dice anche: «La nostra vita è una maestosa Torre preziosa, ma è una verità che ci sfugge. Vedere la Torre preziosa significa vedere questa verità. La cerimonia della Torre preziosa è lo specchio che ci rivela la vera entità della nostra vita. Anche il Gohonzon iscritto da Nichiren Daishonin ispirandosi a questa cerimonia è il limpido specchio in cui possiamo scorgere il nostro vero io» (Ibidem, p. 98). E infatti Nichiren nel Gosho scrive: «Ora, quando Nichiren e i suoi seguaci recitano Nam-myoho-renge-kyo, vedono e comprendono tutti i fenomeni come riflessi in un limpido specchio. Questo limpido specchio è il Sutra del Loto e, specificamente, è il capitolo L'apparizione delle Torre preziosa» (GZ, 763).
Questo capitolo inizia così: «A quel tempo al cospetto del Budda apparve una Torre decorata di sette tesori, alta cinquecento yojana, larga e profonda duecentocinquanta, che, emersa dalla terra, si librava sospesa nell'aria. Era adornata con oggetti preziosi di ogni genere; cinquemila balaustre, mille, diecimila nicchie e innumerevoli vessilli e stendardi la decoravano. Ghirlande di gemme, dieci miliardi di campanelli ingioiellati pendevano da essa; un profumo di sandalo tamalapatra emanava dai quattro lati e pervadeva il mondo intero. Gli stendardi e i drappi erano fatti di sette tesori, oro, argento, lapislazzuli, madreperla, agata, perla e cornalina, e raggiungevano i palazzi dei Quattro Re Celesti. Gli dèi del cielo Trayastrimsha fecero piovere fiori celesti di mandarava come offerta alla Torre preziosa e altri esseri celesti, draghi, yaksha, gandharva, asura, garuda, kimnara, mahoraga, esseri umani e non umani, una moltitudine di migliaia, decine di migliaia, milioni di esseri offrirono ogni genere di fiori, incenso, collane, stendardi, drappi e musica in omaggio alla Torre preziosa in segno di reverenza, onore e lode» (SDL, 221). Tanta e tale è la bellezza del nostro stato interiore più profondo, più vero, più saggio, più puro. Uno stato perfettamente "riprodotto" nel Gohonzon. E che appartiene a ognuno di noi: «Nell'Ultimo giorno della Legge, non esiste altra Torre preziosa che gli uomini e le donne che abbracciano il Sutra del Loto. Perciò ne consegue che coloro che recitano Nam-myoho-renge-kyo, qualunque sia la loro condizione sociale, sono essi stessi la Torre preziosa e il Budda Taho (Molti Tesori) [...] Abutsu-bo è la Torre preziosa stessa e la Torre preziosa è Abutsu-bo stesso. Senza questa consapevolezza tutto il resto è inutile» (La Torre preziosa, SND, 4, 212). Questo perché, come spiega il presidente Ikeda: «La Torre adorna dei sette tesori è la grande e nobile forma originaria della nostra vita. [...] Vedendo la Torre preziosa sospesa nell'aria i partecipanti all'assemblea videro se stessi. Senza dubbio videro un io incrollabile, solenne e torreggiante nell'universo. Per questo si parla di "limpido specchio". Anche il fatto che la Torre preziosa emerga dalla terra riveste un significato. La terra rappresenta la realtà dei nove mondi, la vita degli esseri umani. La Torre preziosa rappresenta la vita del Budda, ma il suo emergere dalla terra indica che gli esseri umani possono farla emergere nella propria vita. Poiché i nove mondi contengono in sé il mondo di Budda, la Torre preziosa emerge dalla terra» (La saggezza del Sutra del Loto, Esperia, vol. 2, p. 109).

(Buddismo e Società n.112 settembre ottobre 2005
Speciale Il Gohonzon: la mappa della vita)

martedì, novembre 14, 2006

LO STIVALE IMPAZZITO


Mi interesso relativamente di politica. Ultimamente però, da un paio d' anni a questa parte, vi presto senza dubbio più attenzione, vuoi perchè dal web la disponibilità delle informazioni e delle news è immediata e gratuita, vuoi perchè - soprattutto con l' avvento del centrosinistra - si spera(va) di sentire buone notizie riguardo determinati argomenti. Ma la buone notizie tardano ad arrivare, purtroppo. E nel frattempo, gli spunti di riflessione sull' Italia, sulla natura degli italiani, il loro (nostro) modo di essere, diventano tanti e inevitabili. Prodi è stato attaccato perchè ha dichiarato che "...il paese è impazzito, non pensa al suo futuro...". In questa frase, che forse a livello di comunicazione poteva essere posta meglio (ma in confronto a quel filibustiere dal sorriso da iena che c' era prima come premier, che diceva balle e farneticava ogni giorno, praticamente, è "acqua di rose") c' è purtroppo la verità. Troppo facile per la Cdl attaccare, attaccarsi anche a questo per dare una spintonata in più al governo, sperando di avvicinarlo di una spanna in più alla sua caduta. Il governo non stà certo brillando per molti motivi, ma l' opposizione è il peggio che poteva essere e più che mai guarda all' interesse della sua parte, alla rivalsa, al dare contro per partito preso costi quel che costi, al di sopra e sulla pelle della situazione italiana. Non potevamo aspettarci comportamenti illuminati e maturi da quella banda di bacchettoni, finti cristiani, corrotti, fascisti, razzisti e ricchi, attaccati ai propri privilegi di categoria. La finanziaria di Prodi, imperfetta e suo malgrado severa nel dover far quadrare dei conti e trovare soldi (perchè da qualche parte dovranno uscire, no?... non potranno apparire dal nulla) al di là di come e se passerà, ha semplicemente rivelato la grettezza, l' egoismo e la disonestà degli italiani. La loro inacapacità a cambiare, e pensare in senso globale, di paese e anche di "chi stà peggio di me"... Un vero schifo. Brutta gente, che ormai del vivere con furbizia e di vantaggi sporchi e sproporzionati rispetto il reale bisogno, ha fatto la propia religione. Un esempio su tutti: le rimostranze delle "lobby" dei farmacisti, avvocati, tassisti e quant' altro, alle riforme di Bersani. Tutta gente che non è disposta non solo a cedere qualcosa di quello che ha - e hanno molto di più degli altri - ma nemmeno permettere a uno spettro più ampio di popolazione di fruirne. Con questo immobilismo egoista e da casta privilegiata, non si và lontano. Non si và da nessuna parte.

venerdì, novembre 10, 2006

LITTIZZETTO THERAPY


COMMENTO DELLA LITTIZZETTO ad Andrea Biavardi, Direttore di FORMEN.

Lo confesso. Ho ceduto alla tentazione di comprare la nuova rivista maschile "For men magazine". Del resto, come potevo resistere agli affascinanti argomenti annunciati dalla copertina (che, tra parentesi, ritrae un tizio con una faccia da pirla e un asciugamano di spugna bianca che fa tanto "figo da spogliatoio")? Almeno quattro i titoli memorabili: "Falle dire basta stanotte!"; "Ricco entro Pasqua: 15 idee geniali"; "Trucchi: mangi il doppio diventi la metà"; "Smetti di fumare e voli ai Caraibi". Non vorrei deludere il geniale direttore Andrea Biavardi, ma a far dire "BASTA" a una donna siete già tutti bravissimi da soli poiché di solito ne abbiamo abbastanza dopo i primi tre minuti. La vostra difficoltà sta nel farle dire "ANCORA!", al limite. Ci pensi su, per il prossimo numero. Riguardo allo slogan "Ricco entro Pasqua", beh, signor Biavardi, se vuole fare le cose fatte bene, nel prossimo numero alleghi anche due simpatici gadgets: passamontagna e chiave inglese. Alla promessa "Mangi il doppio e diventi la metà", invece, tenderei anche a credere. Bisogna vedere la metà di cosa. Io se mangio il doppio, signor Biavardi, divento l'esatta metà del Partenone, in effetti. Infine, sempre in copertina, campeggia la scritta "Smetti di fumare e voli ai Caraibi". Guardi signor direttore, io non ho mai conosciuto uno che abbia smesso di fumare e che sia andato in un'isola tropicale a festeggiare. In compenso ho sentito un sacco di gente che ha cominciato a fumare sostanze illecite e s'è fatta certi viaggi senza neanche uscire di casa che lei neanche si immagina. Ma questo è solo l'inizio. Una si illude che il peggio sia già tutto in copertina e invece no, il meglio è all'interno! A pagina 52 c'è un avvincente e istruttivo servizio con tanto di foto redazionali su "come slacciarle il reggiseno" che tiene conto dei vari modelli (classico, seduttivo, sportivo...). A parte l'intelligenza del servizio in sè, vorrei soffermarmi sul consiglio per slacciare rapidamente il modello sportivo, che è : "se lei è spiritosa dacci un taglio con le forbici!". Biavardi, io le garantisco che sono una donna alquanto spiritosa, ma se un uomo che magari conosco da poco, in un momento di intimità mi tira fuori dal taschino un paio di forbici, io come minimo penso che sia il mostro di Milwaukee e nella migliore delle ipotesi gli assesto un calcio nelle palle che il mese dopo il soggetto in questione passa dal suo For Men Magazine a Donna Moderna. A pagina 50 poi, si tocca l'apice grazie ad un servizio che affronta la spinosa questione: "Se l'iguana domestico ci prova con tua moglie". Nell'articolo si sostiene infatti che ci sono diversi casi di molestie sessuali da parte di iguana nei confronti di donne con il ciclo. Senta signor Biavardi, lei l'ha mai vista una donna col ciclo? Mi segua signor direttore, non parlo di una donna in sella al motorino. Parlo della donna in quei giorni lì. Ecco guardi, io in quei giorni ho la cera del cugino di It e l'affabilità di Godzilla, non mi si avvicinerebbe a meno di cento metri un velociraptor si figuri un iguana. E infine, l'apoteosi vera e propria: il test "sei uno stallone o una schiappa?". Le domande sono tra le cose più esilaranti che io abbia mai letto in vita mia. In pratica sei ritenuto uno stallone se rispondi sì a domande come questa: "Ti è mai capitato di farlo con una donna e poco dopo, con la sua compagna di stanza?" Un sacco di volte! Alla casa di riposo "Domus Mariae"....o "Di essere chiamato da una donna che ti chiede se può venire da te alle nove del mattino?" Sì certo, da una rappresentante della Folletto. Mi fermo qui. Donne, consoliamoci: noi una volta al mese avremo pure le nostre cose, ma loro una volta al mese hanno For Men Magazine in edicola. Mica lo so' chi sta peggio!!

giovedì, novembre 09, 2006

AMERICAN BEAUTY



AMERICAN BEAUTY. Chi non ha avuto la fortuna di vederlo, lo faccia. Questo film contiene molti spunti di riflessione profondi. Non intendo qui farne ora una recensione. Posso dire che nella scena che qui sopra potete vedere, nel dialogo, nella musica, c' è un momento di alta poesia e - appunto - "bellezza". E' forse il cuore del film. Mi diede molte emozioni quando lo vidi la prima volta e continua a farmi sempre quasi lo stesso effetto, ogni volta che mi ricapita di vederlo. Parla di una certa "bellezza" che sicuramente corrisponde a quella qualità assoluta dai buddhisti chiamiata "buddhità". Quella che la maggior parte delle persone, nella maggior parte del tempo delle loro vite, in tutto il mondo, non riescono più a vedere. O non se la ricordano più. O muoiono senza averla mai vista, nè percepita. Ma che esiste al di là di ogni dubbio. Riporto qui sotto il dialogo in inglese corrispondente alla scena e di seguito la traduzione.

it was one of those days
when it's a minute away
from snowing. and there's
this electricity in the
air, you can almost hear
it, right? and this bag
was just... dancing with
me. like a little kid
begging me to play with
it. for fifteen minutes.
that's the day i realized
that there was this
entire life behind
things, and this
incredibly benevolent
force that wanted me to
know there was no reason
to be afraid. ever.
video's a poor excuse, i
know. but it helps me
remember... i need to
remember...
THERE SO MUCH
BEAUTY IN THE WORLD I
FEEL LIKE I CAN'T TAKE
IT... AND MY HEART IS
GOING TO CAVE IN.

(Era un di quei giorni in cui stava per nevicare da un momento all' altro. E c' era così elettricità nell' aria che potevi sentirla...E quel sacchetto di plastica era là, che danzava con me, come un bambino che mi pregasse di giocare con lui. Per quindici minuti. E' stato il giorno in cui ho capito che c'era tutta un'intera vita dietro ogni cosa... e un'incredibile forza benevola che voleva sapessi che non c'era motivo di avere paura... mai. Vederla sul video è povera cosa, lo so. Ma mi aiuta a ricordare. Ho bisogno di ricordare. A volte c'è così tanta bellezza nel mondo che non riesco ad accettarla... e il mio cuore sta per franare.)

American Beauty è un film del 1999, diretto da Sam Mendes, scritto da Alan Ball e vincitore del premio Oscar come miglior film. La trama si concentra intorno alla vita della famiglia Burnham, composta da Lester, sua moglie Carolyn e la figlia adolescente Jane. Lester Burnham (Kevin Spacey) è un uomo di 42 anni la cui crisi di mezz'età sembra essere di proporzioni esagerate. La sua carriera non sembra andare da nessuna parte, sua moglie Carolyn (Annette Bening) lo fa impazzire e la sua figlia tipicamente adolescente, piena di rabbia verso tutti, Jane (Thora Birch) a malapena gli rivolge la parola, considerandolo semplicemente "strano". Le cose iniziano a cambiare intorno alla famiglia Burnham quando vicino a loro viene ad abitare la famiglia Fitts, composta dal colonello Frank Fitts (Chris Cooper), sua moglie, che sembra essere in perenne stato di shock, e il figlio Ricky (Wes Bentley). I Fitts ignorano che il loro figlio diciottene, ossessionato dalla vita e dalla bellezza, è uno spacciatore ed è fissato con la videocamera, con la quale riprende ogni cosa compresa la figlia dei vicini, Jane. Nonostante all'inizio ne sia spaventata, Jane comincia a trovare interessante Ricky, mano a mano che lo conosce. La sua bionda amica cheerleader Angela (Mena Suvari) crede semplicemente che Ricky sia un pervertito, e non fa che elencare con quanti uomini sia stata a letto per aiutare la sua carriera come modella. Dopo aver conosciuto Angela e Ricky, Lester cambia completamente, come se si fosse risvegliato da un lungo coma. Lester ha continuamente fantasie su Angela, che flirta con lui apertamente, e cerca di migliorare il suo aspetto fisico per essere più attraente ai suoi occhi. Inoltre, il modo di fare, senza troppe preoccupazioni, di Ricky, sommato alla marijuana che inizia a fornirgli regolarmente, fanno cambiare l'atteggiamento di Lester verso la vita. Dopo aver ricattato il suo ex-datore di lavoro, Lester inizia a godersi la vita, fregandosene della relazione che sua moglie Carolyn porta avanti con il re delle agenzie immobiliari, Buddy Kane (Peter Gallagher). Però, Lester deve fare i conti con le reazioni al suo nuovo atteggiamento, con il fatto che Carolyn non gradisce affatto il cambiamento, che Jane abbia chiesto, per scherzo, a Ricky di ucciderlo, e che il colonnello Fitts inizi ad avere sospetti sul coinvolgimento di Lester con suo figlio.
(da Wikipedia)

SCONCERTO PLANETARIO


Contro il Gay Pride di Gerusalemme si sono coalizzate le tre grandi religioni monoteiste: Islam, Ebraismo e Cattolicesimo. In questi giorni si è sentito e letto di tutto, perfino di rabbini che organizzavano una terribile maledizone "cabalistica" contro la manifestazione, oltre alle varie minacce alla sicurezza dell' evento. Di pochi minuti fà poi la news che si terrà dentro uno stadio, dopo un accordo con gli ebrei ortodossi. Nel frattempo è accaduta la strage di Beit Hanun, dove sono morti 18 palestinesi per un "errore tecnico" degli israeliani (oggi a Gaza svolti i funerali). Questo è solo uno scorcio di quel brutto posto che stà diventando sempre più il nostro mondo dove, in nome del "dio unico", si uccide, si maledice, si addita al "diverso", si condanna, si litiga per lembi di terra e antiche rivendicazioni. E, purtroppo, non appaiono segni di rinsavimento, per ora. Gli amici con i quali mi confronto - alcuni buddhisti, altri no, altri ancora legati ad altre strade spirituali - hanno tutti, come me, la percezione di un accelerazione delle dinamiche negative che affliggono il pianeta. E' vero che non bisognerebbe mai perdere la speranza e, in particolare per noi buddhisti, sarebbe importante vedere sempre la bottiglia "mezza piena", ma è difficile. C' è troppa poca capacità di dialogare, di rispettare. Dopo qualche barlume di coscienza, aria di rivoluzione e consapevolezza, tra gli anni 60' e i 70', con gli anni delle contestazioni giovanili che hanno percorso più o meno tutto l' occidente, tutto è ritornato indietro. Le differenze stanno sempre più diventando differenze, con una distanza che aumenta progressivamente. I fondamentalismi hanno ripreso piede, soprattutto quelli religiosi: pericolosissimi in assoluto. Nonostante gli allarmi lanciati circa l' imminente collasso ecologico/energetico/ambientale che toccherà al nostro pianeta, non pare, nelle linee dei principali governi mondiali e nelle loro politiche, che ci siano prossimi cambiamenti rispetto l' attuale frenesia consumistica, il petrolio e il modo di produrre energia. Ma allora, cosa serve alla razza umana per svegliarsi? Non gli sono bastate le 2 guerre mondiali, le bombe atomiche su Hiroscima e Nagasaki, senza contare tutto il resto arrivando alla fine dello scorso millennio? No, evidentemente non gli è bastato.

mercoledì, novembre 08, 2006

SKIN OF GODS



THE YOUNG GODS "SKINFLOWER" - (1992)

Proseguendo con pezzi di anni fà.... E col gusto di scovare gruppi che per molti saranno sconosciuti. Questi Young Gods, svizzeri, hanno avuto il loro momento negli ambienti rockettari "alternativi" di inizio '90. "Skinflower" è una delle mie canzoni preferite: bello il riff di chitarra effettato con l' eco, il cantato cattivo ma attraente, la batteria "scudisciante"...

martedì, novembre 07, 2006

ENJOY I DEPECHE



Depeche Mode - Enjoy The Silence (1990)

Una delle canzoni dei Depeche Mode senz' altro tra le mie preferite. Penso che può essere uno di quei pezzi che rappresentano bene tutto un certo genere musicale, soprattutto anni '80 ma, anche, includente la prima metà dei '90...
Un genere che credo non abbia nulla da invidiare a certo pop attuale. Anzi.

domenica, novembre 05, 2006

HORRORS BIBLICI


La dottoressa Schlesinger è una famosa giornalista della radio americana; nella sua trasmissione dispensa consigli alle persone che telefonano. Qualche tempo fa ha affermato che l'Omosessualità, secondo la Bibbia (Lev.18:22) è un abominio, e non può essere tollerata in alcun caso. La seguente è una lettera spedita alla dott.ssa Schlesinger.

"Cara dottoressa Schlesinger, le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi del Signore. Ho imparato davvero molto dal suo programma, ed ho cercato di dividere tale conoscenza con più persone possibile. Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18:22 si afferma che ciò è un abominio. Fine della discussione. Però, avrei bisogno di alcun consigli da lei, a riguardo di altre leggi specifiche e come applicarle. Vorrei vendere mia figlia come schiava, come sancisce (Esodo 21:7). Quale pensa sarebbe un buon prezzo di vendita? Quando sull'altare sacrificale accendo un fuoco e vi ardo un toro, so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo per il Signore (Lev.1.9). Il problema è con i miei vicini: loro, i blasfemi, sostengono che l'odore non è piacevole. Devo forse percuoterli? So che posso avere contatti con una donna quando non ha le mestruazioni (Lev.15: 19-24.). Il problema è come faccio a chiederle questa cosa? Molte donne s'offendono. Il Levitico ai versi 25:44 afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi che femmine, a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico afferma che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Può farmi capire meglio? Perché non posso possedere schiavi francesi? Un mio vicino insiste per lavorare di Sabato. Esodo 35:2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente? Un mio amico ha la sensazione che anche se mangiare crostacei è considerato un abominio (Lev. 11:10), lo sia meno dell'omosessualità. Non sono affatto d'accordo. Può illuminarci sulla questione? Sempre il Levitico ai versi 21:20 afferma che non posso avvicinarmi all'altare di Dio se ho difetti di vista. Devo effettivamente ammettere che uso gli occhiali per leggere... La mia vista deve per forza essere 10 decimi o c'è qualche scappatoia alla questione? Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se questo è espressamente vietato dalla Bibbia (Lev 19:27). In che modo devono esser messi a morte? Ancora nel Levitico (11:6-8) viene detto che toccare la pelle di maiale morto rende impuri. Per giocare a pallone debbo quindi indossare dei guanti? Mio zio possiede una fattoria. E' andato contro Lev. 19:19, poiché ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo; anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perchè usa indossare vesti di due tipi diversi di tessuto (cotone/acrilico). Non solo: mio zio bestemmia a tutto andare. E' proprio necessario che mi prenda la briga di radunare tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come simpaticamente consiglia Lev 20:14 per le persone che giacciono con consanguinei? So che Lei ha studiato approfonditamente questi argomenti, per cui sono sicuro che potrà rispondere a queste semplici domande. Nell'occasione, la ringrazio ancora per essere così solerte nel ricordare a tutti noi che la parola di Dio è eterna ed immutabile."

RICORDANDO I DISCIPLINATHA

Ormai è 10 anni che si sono sciolti. Scorazzando per YouTube ho trovato il video di "Up patriots to arms", cover di Battiato. Li conoscevo benino: quella che era la cantante è mia sorella :)



"UP PATRIOTS TO ARMS!" (1994)


Il testo che segue è tratto da un blog (http://theskiesarefullofwine.splinder.com/archive/2005-10). Mi è piaciuta come presentazione-biografia su di loro, quindi niente di meglio che allegarla a questo post...

[mi sa che glielo dovevo] i Disciplinatha sono stati tra i migliori gruppi italiani della prima metà degli anni ’90. non c’è dubbio su questo. già attivi su finire degli anni ’80, è del 1988 il loro primo ep, abbiamo pazientato 40 anni. ora basta, col quale creano non pochi fraintendimenti utilizzando un campionamento della voce del tristemente famoso dittatore pelato proprio nel pezzo che apre il suddetto ep, addis abeba, un muscoloso brano tutto chitarre acide e distorte e tastiere orchestrali sostenute da un’aggressiva batteria. musicalmente i disciplinatha del primo ep propongono una miscela di punk, metal, elettronica industriale e finanche hardcore. i testi, in inglese, riuscivano ad essere politici senza suonare retorici o populisti. elemento caratterizzante del gruppo era la chitarra di dario parisini, che poi vedremo anche in una delle ultime versioni dei massimo volume, sempre puntuale nel disegnare riff veloci e taglienti giocati sull’uso dissennato di armonici e leva del vibrato nonché su assoli quasi commoventi nella loro sfacciata tamarraggine, come quello che apre disciplinatha canto del potere. tracce di hardcore contaminano i due pezzi successivi, milizia, coperta da strati di wha wha, e retorika, mentre leopoli, anche questa sommersa da valanghe di chitarre inacidite, svela le già più che intuibili similitudini con i killing joke. la formazione a quattro che registra il primo ep, con crisi di valori del 1991, si allarga con l’ingresso di una nuova bassista, roberta vicinelli, e vanessa vignini, che lascerà poi il gruppo prima del successivo album, e valeria cevolani che vanno ad affiancare cristiano santini alla voce. per evitare ulteriori fraintendimenti sulla copertina del disco compare la scritta non siamo di destra, anzi, siamo buoni. i testi finalmente in italiano sono un atto di accusa contro lo stato delle cose “preoccupante. non si sente più pensare. preoccupante. ricominciano a sparare. figli della grassa pace continentale”. nazioni è un grido strozzato, rivela le radici più industrial del gruppo, alternando campionamenti a velocissimi stacchi hardcore. sono gli anni della guerra in jugoslavia e frasi come “fate presto voi a parlare, europa unita, indipendente! cadaveri al risveglio, smaniosi di ricominciare a morte! guardano dietro di sé per imitare” disegnano un triste parallelo con un passato di cui tutto è “già visto, già detto, già fatto, provato, razze, pure, etnie, frontiere”. crisi di valori riprende gli stessi schemi inserendo ancora voci campionate a ripetere l’estenuante ritornello crisidivaloricrisicrisicrisidivalori, e rappresenta lo sbandamento di una generazione svuotata di tutto, quella uscita dagli anni ’80 e che si affaccia ai ‘90. nel 1994 esce un mondo nuovo. il disco è un piccolo capolavoro, a mio avviso uno dei più importanti di quegli anni, al pari di lungo i bordi dei massimo volume. il suono del gruppo è finalmente a fuoco e definito, le voci maschile e femminile si alternano, gli stacchi più elettronici sono più mirati e perfettamente integrati con le chitarre di parisini che continua a macinare riff ma senza ricoprire il resto. è un equilibrio praticamente perfetto tra le varie parti che compongono la band. l’urlo rauco dei primi due ep diventa meno aggressivo e più melodico riuscendo però a conservare la rabbia degli inizi. qualche passaggio potrebbe addirittura rimandare ai nine inch nails. ma la formula del gruppo è finalmente originale e riesce a distaccarsi da qualsiasi modello. il suono dei disciplinatha è ormai un marchio di fabbrica, originale e perfettamente riconoscibile. le canzoni, ascoltate oggi, undici anni dopo l’uscita del disco, non perdono un grammo della loro efficacia, tantomeno i testi. quasi inutile citare un pezzo, sarebbe fare torto a una delle opere più complete della musica alternativa negli anni ’90 in italia. passeranno due anni e purtroppo primigenia, ultimo disco firmato disciplinatha, non saprà ripetersi sugli stessi livelli, risultando anzi un album del tutto trascurabile. il gruppo subito dopo si scioglierà. come forse era giusto che fosse, che niente dura sempre. ciò non toglie che disciplinatha sia stato un gruppo a dir poco seminale. meritava sicuramente di più del posto che ha occupato.



discografia

abbiamo pazientato 40 anni. ora basta. (1988, ep)

crisi di valori (1991, ep)

maciste contro tutti (1993) - live con c.s.i. e üstmamò

un mondo nuovo (1994)

a raccolta (1995) - riunisce i due ep e registrazioni live

primigenia (1996)

compaiono inoltre sulla compilation materiale resistente con il brano vi ricordate quel 18 aprile

(scritto da "gattopower")

venerdì, novembre 03, 2006

CHRISTIAN GAY WEDDING

Non sono carini i due sposini di questa foto? Pensate che io sono in contatto da tempo con Sal, un ragazzo americano dell'Ohio. E' stato uno dei primi che ho conosciuto attraverso un blog, quando ho iniziato a navigare sul web. Non abbiamo mai smesso di scriverci e ogni tanto chattiamo. Nonostante io non sia certo una cima con l' inglese, nel tempo ci siamo raccontati molto delle nostre rispettive vite. Sal è sposato con Tomas dal 1997, con rito cristiano (ovviamente non cattolico). Per noi che abitiamo in Italia, pur se ovviamente siamo una "categoria" contro la cultura retrograda e cattolica che influenza le menti, fà sempre un certo effetto vedere una foto come questa che ho usato per "decorare" il post... Questi due deliziosi sposini maschi, con sopra di loro la croce. Ma è giusto il primo impatto: poi ci si ricorda che esistono altre confessioni cristiane nel mondo che benedicono i matrimoni gay. Il matrimonio di Sal e Tomas và a gonfie vele ancora dopo quasi 10 anni, alla faccia della Benedetta Ratzingeressa che dice che l' amore omosessuale è "debole e deviato". Che pensi ai sacerdoti pedofili di casa sua, piuttosto.

giovedì, novembre 02, 2006

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE


Dopo un po' di divagazioni nell' attualità, nella musica e in alcuni dei miei film preferiti, sento il bisogno di scrivere di me direttamente. In fondo Frankblogspace è un blog. E un blog è soprattutto un diario. Ormai è passato un mese dal week-end romano, ma la spinta "propulsiva" - spiritualmente parlando - che ho avuto da quel momento non si è esaurita. E' cambiato qualcosa. Anche tutto quello che stò facendo sul web, in generale e riguardo lo scrivere articoli, stà acquisendo sempre più valore. Mi sento in un momento di "crescita", di cose che stanno prendendo forma, di nuove strutture nella mia vita. Ho ripreso a essere costante e determinato nella pratica buddhista (almeno un' ora di Nam myoho renge kyo al giorno), usando più spesso la concentrazione e soprattutto provando gioia. Ci dimentichiamo molto facilmente di quanto sia importante praticare con gioia, perchè davanti al Gohonzon questa gioia si amplifica e si riversa come una pioggia sulla nostra vita. Come molto bene la teoria dei Dieci Mondi spiega (vedi post Non un mondo, ma dieci) è inevitabile che il nostro stato dell' essere sia fluttuante e influenzato dalla vita, coi suoi alti e bassi. Ma per chi è buddhista la preseveranza paga. C' è il mezzo per riportare ogni volta il nostro essere alla "fonte" della condizione vitale suprema, la famosa Buddhità. Che giorno dopo giorno, mentre non ce ne accorgiamo, conquista un punto di stabilità in più dentro di noi e un giorno sarà talmente importante da sentirla continuamente. A prescindere che ci si trovi nei guai o le cose stiano filando per il verso giusto. Alla fine, nonostante i momenti "no", la stanchezza, la tendenza a cadere nell' abitudine, i dubbi, si arriva ogni volta a sfondare quel famoso "muro". E tutte le volte si pensa: "ho fatto bene a non mollare, ne valeva assolutamente la pena...". Per me, come penso per molti altri, è sentire, sapere di essere diversi, sentirsi leggeri. Il famoso stato vitale "alto". Quel senso di pienezza che riempe la vita, ogni giorno, in ogni attimo e che ti fà guardare attorno vedendo "bellezza" ovunque e in tutte le persone che incroci, dove prima non l' avresti mai vista. Allora, ogni volta che si sente questa qualità, in parte "sottile", in parte talmente forte che è impossibile non vedere la differenza, si capisce che è vero. Si impara di nuovo, ma in un modo ogni volta diverso, che funziona e che a suo tempo l' effetto si manifesterà anche in tutti quegli aspetti della vita per i quali si stà praticando.