giovedì, dicembre 14, 2006

IN NOME DI CHI?

Questi giorni l' attualità politica italiana offre motivo di spunto per molte riflessioni. La questione dei Pacs e l' offensiva conseguente - di certo non inattesa - da parte del Vaticano; nonchè l' eutanasia e il caso Welby. Per non aggiungerci la finanziaria e il "Filibustiere di Arcore", che ancora la mena col voler ricontare le schede e nel dire che in realtà ha vinto lui... Come già ho scritto qui nel blog in altri articoli, la mia impressione è quella di una accelerazione negli aspetti e nelle dinamiche negative, paradossali e poco illuminate del nostro paese. Ma questa volta aggiungo un ulteriore riflessione. Le questioni Pacs ed eutanasia e relativo attrito frontale con le gerarchie cattoliche, servono a mostrare, in tutta la sua durezza e drammaticità, come stiano veramente le cose per noi italiani. E non è certo una rivelazione. Tuttavia l' arrivare a confrontarvisi ed entrare nel "pieno" di questo processo ha comunque il suo effetto. Agli occhi di noi, di "questa parte" - quella di chi vorrebbe uno stato laico, diritti umani uguali per tutti, rispetto delle differenze culturali, religiose, sessuali e la tolleranza come valore prioritario - ciò che ci arriva dall' altra (la chiesa cattolica e quasi tutto il centro-destra) assume un tono ancora più stridente e sinistro. Non è questione semplicistica del "noi abbiamo ragione, loro torto": dal loro punto di vista si tratta del contrario... La questione è il fondamentalismo come aspetto oscuro della natura umana, che sempre ritorna, purtroppo, a gravare sulla storia dell' umanità. Non è certo la prima volta che dietro il paravento di Cristo e di una presunta "sua Chiesa" e relativi vicari, siano stati commessi orrori, perpetuati massacri di migliaia di vite umane, perseguiti intrighi politici ed economici di dubbia moralità (e cristianità). Eppure accade ancora. Eppure il contrasto, amaro e quasi grottesco, con anche solo alcune delle parole di quel "Gesù di Nazareth" ritorna in tutta la sua raggelante evidenza. Si trasforma la questione delle coppie di fatto come una crociata contro l' omosessualità, contro il pericolo della distruzione della "famiglia tradizionale", sempre con la solita arroganza implicita: "siamo noi che sappiamo, che siamo i detentori del giusto e del sbagliato, che sappiamo com' è la sessualità corretta, che abbiamo i codici per definire la famiglia vera". E lo stesso per l' eutanasia: loro decidono per la vita degli altri. Il valore "vita" è definito e gestito da terzi che decidono per qualcun' altro parametri, paletti, limiti. Impressione mi ha fatto vedere, poche sere fà a "Primo piano", la rubrica di approfondimento del Tg3, un Rocco Buttiglione che sulla questione eutanasia per Welby, davanti alle ragionevolissime e sacrosante argomentazioni della sua avversaria (mi pare dei Radicali), sgranare quegli occhi da procione, vitrei e freddi, nell' arrampicarsi su degli specchi, tra il dire e il non dire che "la vita sanno loro cosa è e perchè non deve essere toccata o interrotta da altri".... Continuando a ignorare e calpestare il concetto di base: è Welby che lo chiede. E' la sua vita, la sua pelle. Buttiglione ben esprime quel tipo di fondamentalismo: quello che è già andato ben oltre valori che dice di incarnare e ne diviene l' antitesi. Si sparano dogmi e direttive sul concetto di "vita umana" come valore assoluto inviolabile, sul quale nessuno può decidere, per poi, di fronte a situazioni di inenarrabile sofferenza e non-dignità, perdere di vista il concetto più elementare di carità cristiana, compassione, rispetto della situazione di chi soffre (che non può essergli imposta). Non si vede più il limite. Non esiste più il buonsenso, in nome del valore presunto... "Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!", ben diceva il Gesù di Nazareth in una delle sue arringhe contro le gerarchie farisee di allora (delle quali quelle odierne cattoliche sono le dirette discendenti)... Io come buddhista, ma ammiratore e buon conoscitore del messaggio cristiano, quello "vero" delle origini, ho i miei riferimenti spirituali e filosofici. Già solo il concetto del libero arbitrio nella mia religione è fondamentale. La vita è il più prezioso di tutti i tesori, in ogni suo istante, perchè è da vivi, in un corpo fisico senziente, che abbiamo continuamente l' opportunità di trasformare noi stessi e il nostro karma. Ma propio perchè è così importante che non possiamo decidere per quella degli altri. La sofferenza, insegnò da subito Shakyamuni, è parte inevitabile della vita umana.... ognuno ne subirà un certo carico e c è chi anche ne dovrà affrontare di più che un altro. Io ritengo che essendo tutti gli esseri umani dei potenziali Buddha siano degni del massimo rispetto. Rispettare l' essere umano significa rispettarne la vita, le scelte e la sua eventuale sofferenza, nella situazione particolare di quella persona. Se essa chiede, a fronte di una condizione irreversibile e agonizzante, di essere "liberata", deve essere ascoltata e aiutata.

1 commento:

FruiTanya ha detto...

Cmq non mi pare che nemmeno certi partiti della maggioranza ( vedi DS ) vedano di buon occhio i Pacs..
Secondo me in questo caso o si fa come Zapatero o si lasciano le cose come stanno...tutte quelle clausolette inutili servono solo nel disperato tentativo di far credere ancora a qualcuno che la famiglia è solo quando ci sono 2 corpi di sesso opposto.